Sara Bessi
Prato

Bombe e razzi sul cielo di Betlemme. Apprensione per le suore Minime

In serata un violento attacco militare ha scosso anche la città in cui operano le suore di Poggio a Caiano

Un'immagine del cielo di Betlemme ripreso dalle suore minime di Poggio a Caiano

Un'immagine del cielo di Betlemme ripreso dalle suore minime di Poggio a Caiano

Betlemme, 1 ottobre 2024 – Una pioggia di razzi e bombe ha attraversato il cielo di Betlemme nella serata, lanciata in direzione di Gerusalemme. I venti di guerra, quella che si sta combattendo da quasi un anno, dal 7 di ottobre del 2023, in Medioriente, purtroppo si stanno sempre più allargando. E testimoni dirette di un’atmosfera che si fa sempre più di paura e di ansia, sono le suore francescane Minime del Sacro Cuore, che hanno la loro casa madre a Poggio a Caiano, e che prestano servizio di fianco alla basilica della Natività. Nel convento vicino alla Grotta in cui la tradizione vuole che sia nato Gesù, ci sono tre suore della famiglia missionaria delle Minime del Sacro Cuore, congregazione fondata dalla Beata Margherita Caiani.

In serata un video girato dalla piazza della Mangiatoia mostra in tutta la sua crudezza lo scoppio di quei razzi e di quelle bombe, il rombo violento che ha squarciato anche la notte sulla collina di Betlemme. «E non sono delle stelle cadenti...», dicono dal convento, che attualmente ospita tre suore. «La gente ha paura ora in paese. Nessuno esce per strada, c’è una specie di coprifuoco. Non si era mai vista una situazione così se non in un’altra occasione. I razzi passano sopra di noi, diretti verso Gerusalemme. Siamo tutti chiusi in casa». Dopo l’uscita dal difficile periodo di isolamento dalla pandemia, che ha ridotto molte famiglie in povertà, la guerra che ha portato morte e distruzione nei territori della Striscia di Gaza e Cisgiordania, ha stretto nella morsa di un altro isolamento la città di Betlemme. Il turismo religioso è del tutto fermo da un anno: solo qualche sparuto gruppo di pellegrini si è avventurato nei mesi scorsi in Terrasanta. Adesso non più. Non è possibile ormai da tanto, troppo tempo.

«La situazione è al tracollo, è molto pericolosa», dice uno dei volti noti della piazza della Mangiatoia, Rony, negoziante conosciutissimo da tutti i pellegrini della Terrasanta, che più volte ha cantato davanti al papa durante i suoi pellegrinaggi.

Le tre suore presenti nel convento in tutti questi mesi difficili hanno cercato di stare vicine alle famiglie e ai bambini, soprattutto quelle più povere e bisognose di generi alimentari.

Suor Fayeza Ayad da vent’anni vive a Betlemme: nel 2002 insieme ad altre consorelle e a padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terrasanta, è rimasta chiusa nella Basilica della Natività per 39 giorni in occasione dell’assedio dell’esercito israeliano all’edificio religioso dove alcuni i miliziani palestinesi si erano rifugiati.