Prato, 11 giugno 2024 – Ha scritto la storia di Prato, con quel 52 per cento che l’ha incoronata prima sindaca di Prato e l’ha portata dritta alla vittoria al primo turno. E 52 è il numero rosso che le hanno impresso sulla maglietta bianca, uno dei tanti doni con cui i pratesi l’hanno riempita al comitato di via Garibaldi. Trionfante, Ilaria Bugetti arriva con lo scettro di prima cittadina del centrosinistra quando ormai i giochi sono fatti e lo stacco con il suo avversario del centrodestra Gianni Cenni si fa netto.
Un gruppo di fedelissime le mette al collo con un fiocco rosa, su cui si legge "La nostra prima sindaca". Perché è così: Prato ha la sua prima sindaca donna. L’orologio segna le 19.20: lo scrutinio è arrivato a un punto che ormai si può esultare. Bando alla scaramanzia. Lei, Ilaria, scoppia di felicità: al suo fianco, la figlia Tosca, il compagno Pier Francesco, il segretario provinciale del Pd Marco Biagioni, il sindaco uscente Matteo Biffoni. Il bagno di folla la blocca in via Garibaldi e prosegue fino a piazza del Comune, sulle note di "Bella Ciao". Bugetti ha un attimo di tentennamento, come a non volerci credere. "Che devo dire?", sorride, gli occhi lucidi. Poi sulla soglia del comitato urla "viva Prato, bella Prato". E giù i cori di "Brava Ila". "Avervi fianco è stata un’esperienza bellissima – ha detto la neosindaca rivolta verso i pratesi - Siete la forza di Prato, la bellezza di un progetto costruito insieme. Sarò la sindaca anche di quelli che si sono astenuti". Bugetti guarda verso il cielo, come a ringraziare chi l’ha protetta. "Questa vittoria la dedico a mio padre e a tutta la mia famiglia". La neo sindaca si affaccia da una finestra di Palazzo comunale: Viva Prato antifascista. Grazie di cuore, mi mancano le parole".
Prima sindaca di Cantagallo, poi consigliera regionale per due volte. Sembra proprio che quando Ilaria Bugetti decida di correre, corra per vincere. Il segreto?
"L’ascolto, la vicinanza alle persone, il fatto che bisogna donare sempre un sorriso alle persone. C’è bisogno anche di quello, soprattutto di quello…".
Il suo portafortuna di questa campagna elettorale.
"Ne avevo tanti ma più di tutti è stato il quadrifoglio, che è così raro da trovare. Nel mio viaggio in lungo e largo per la città ne ho raccolti ben cinque. Il primo l’ho trovato a San Giusto, vicino alle case popolari".
Si aspettava la vittoria al primo turno?
"Diciamo che ci speravo, abbiamo lavorato tanto. Ci siamo messi in ascolto della città con umiltà senza nascondere le difficoltà ma lasciando spazio ai nostri progetti, alla speranza, a ciò che vogliamo costruire. È stato un grande lavoro di squadra e la gente lo ha sentito".
C’è stato un momento in cui si è sentita in difficoltà?
"Ho cercato di tenere la barra dritta e di non consentirmi di perdere la lucidità e entusiasmo lungo il cammino".
Cosa ha fatto la differenza rispetto al centrodestra?
"L’unione, la compattezza e il progetto di tutta coalizione. E poi il cuore che batte per questa città: la gente lo ha sentito".
Quando ha capito esattamente che avrebbe vinto?
"All’inizio, quando mi sono candidata. È una sensazione che ti viene quando, facendo campagna elettorale, si esce dalle dinamiche interne dei partiti e si va in quei luoghi magari finora meno ascoltati e che piano piano ti trasmettono affetto ed entusiasmo".
Il primo atto da neosindaca sarà…
"Mi prendo due giorni di riposo e poi ci metteremo al lavoro tutti insieme per questa bella avventura"
A chi dedica la vittoria?
"La dico a mio babbo, a mia figlia, ai familiari che mi hanno accompagnato e sostenuto sempre in questo viaggio meraviglioso. E il mio sincero grazie va ai volontari e a ogni singola persona che ci ha creduto".