Silvia Bini
Politica

Bugetti al lavoro per la giunta. Metà squadra è già sicura, gli altri nomi in campo

Tra gli incerti molto forti le candidature di Squittieri, Logli, Blasi e Santi. Sanzò verso la conferma. Ma ci sono anche Alberti, Tinagli e un esterno

Ilaria Bugetti

Ilaria Bugetti

Prato, 25 giugno 2024 - Nove caselle da far combaciare alla perfezione per mantenere gli equilibri dei partiti (e soprattutto delle correnti di partito) che hanno fatto parte della coalizione di centrosinistra arrivata alla vittoria al primo turno. La partita è ancora in gioco, ma l’assetto è quasi definito. Ultimi accordi, ultimi tasselli da mettere in fila per arrivare al massimo entro 48 ore ad annunciare la squadra che affiancherà la sindaca Ilaria Bugetti per i prossimi cinque anni.

Al netto di rivoluzioni dell’ultimo minuto - e in politica nulla può essere dato per scontato -, ci sono già delle certezze. Tra i sicuri accanto al vicesindaco Simone Faggi, il cui ruolo era già stato definito prima delle elezioni al termine delle lunghe trattative che portarono alla scelta di Bugetti, e del segretario provinciale del Pd Marco Biagioni, che per il momento, almeno fino alle regionali, manterrà la doppia carica di assessore e segretario, siederà sicuramente in giunta Marco Sapia. Capogruppo Pd uscente, vicino alla sindaca Bugetti, e forte del successo personale di voti raccolto nelle urne, entra nella compagine di governo.

Sembra del tutto definito anche l’accordo con i 5 Stelle, con l’ingresso in giunta di Chiara Bartalini, che lascerebbe così il posto in consiglio comunale a Carmine Maioriello, primo dei non eletti. Del resto Prato è stata laboratorio dell’alleanza con i pentastellati quindi appare improbabile che l’accordo non trovi seguito anche nella composizione di governo. La città viene indicata fin dal giorno della vittoria al primo turno come un modello da esportare non solo in Toscana ma anche in Italia.

Tra i nomi quasi certi rientra anche l’ex assessore Benedetta Squittieri, grazie all’exploit di preferenze. Assessore di esperienza dopo i due mandati a fianco di Biffoni, potrebbe rinetrare nel solco della continuità annunciata più volte anche in campagna elettorale. Restano così altre quattro caselle da riempire: in pole position c’è la capolista del Pd Maria Logli, vicina a Biagioni e volto giovane della politica dem.

Riprende quota il nome di Cristina Sanzò, assessore uscente alla città curata, bugettiana. La sua conferma è sempre rimasta sul tavolo e ha ripreso forza negli ultimi giorni dopo alcuni giorni sulle montagne russe.

Nelle ultime ore sono risalite le quotazioni anche di Ilaria Santi, con delega alla scuola. L’ex assessore è stata a lungo tra i possibili candidati a sindaco. Santi ha poi scelto di tirarsi indietro, magari con la garanzia, appunto, di un posto in giunta in caso di vittoria.

Infine è testa a testa tra il portavoce del Pd regionale Diego Blasi e Gabriele Alberti. Per Lorenzo Tinagli, biffoniano doc, sembra invece più probabile il ruolo di presidente del consiglio comunale, ruolo che potrebbe comunque rivestire ancora lo stesso Alberti.

Tutto chiuso o quasi, allora? C’è un’incognita che potrebbe rimescolare le carte: la sindaca Bugetti ha scelto di farsi affiancare da una persona di fiducia, non proprio una figura tecnica, sulla quale però al momento c’è il massimo riserbo. Terminata la partita dei nomi ci sarà quella delle deleghe che Bugetti deciderà di assegnare. Quasi certamente terrà qualche delega di peso come potrebbero essere l’urbanistica e lo sport. I lavori pubblici potrebbero andare a Sapia.

C’è infine la partita della Regione. Dopo le dimissioni di Bugetti il posto in consiglio regionale spetta a Nicola Ciolini, vicepresidente di Alia Multiutility e ad di Estra, che però sembra orientato a continuare nel percorso interno alla Multiutility. In caso di rinuncia ufficiale lascerà il posto a Marco Martini, ma non senza garanzie forte delle oltre 9mila preferenze ottenute nel 2020. Sullo sfondo c’è il rinnovo in Alia (restano due anni alla scadenza). Quanto a Martini dovrebbe arrivare alla scadenza del mandato (nel 2025) e non ricandidarsi.