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Edoardo Gori al Colomiers, lo scorso anno
Prato, 25 febbraio 2025 – “Sono felice del premio che mi ha tributato la mia città. A brevissimo ripartirò per Bordeaux, per poi andare nei Paesi Baschi francesi. Se sento la mancanza del rugby? Al momento no, ma solo perché dopo tanti anni avevo bisogno di staccare la spina. Adesso voglio aprire un'attività, ma è ovvio che non considero il mio percorso nel mondo del rugby del tutto chiuso”. Lo ha anticipato Edoardo Gori, a margine della premiazione del “Premio Bacchino Sport” alla carriera conferitogli ieri 24 febbraio dal Comune di Prato. Al quasi trentacinquenne ex-rugbista (si è ritirato lo scorso anno) Prato dice idealmente grazie per tre lustri di rugby ad alto livello. Un percorso iniziato da bambino nel Gispi, fra le fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio, per poi passare ai Cavalieri e debuttare a vent'anni nemmeno compiuti con gli allora “tuttineri”, nel Super10 2009/10. Poche apparizioni in campionato che bastarono per far sì che il Benetton Treviso lo portasse in Veneto, facendone uno dei pilastri del XV titolare per un'avventura durata dal 2010 al 2019. E sono stati i suoi “anni d'oro”, visto che il mediano di mischia classe 1990 ha avuto modo di vestire più volte la maglia della Nazionale e di rappresentare l'Italia in ben due edizioni della Coppa del Mondo di rugby (nel 2011 e nel 2015). Senza dimenticare le convocazioni per i vari “Sei Nazioni”: 69, i suoi “caps” complessivi in azzurro (molti dei quali da capitano).
Nel 2019 è approdato in Francia e non ha impiegato molto tempo per diventare una delle colonne del Colomiers: è mancata solo la promozione nella massima serie transalpina che era in realtà stata conquistata nel 2020, prima che la federazione francese annullasse i campionati a causa del Covid. Ma la scorsa primavera, il sodalizio francese gli ha tributato una cerimonia d'addio, per ringraziarlo della dedizione alla causa. E il suo futuro sarà lì, anche se a qualche centinaio di chilometri più a sud-ovest. “Sto compiendo il percorso per arrivare ad aprire una gelateria nei Paesi Baschi – ha confermato “Ugo” - il luogo scelto non è casuale, perché c'è una comunità rugbistica forte. Sono focalizzato su questo progetto, ma più avanti non mi spiacerebbe rientrare nel mondo del rugby. Magari allenando i più giovani”.
G.F.
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