Il 1960 e l’arrivo in serie B

Amarcord biancazzurro mentre la società prova l’ennesima ripartenza in D

Il 1960 e l’arrivo in serie  B

Il 1960 e l’arrivo in serie B

Corsi e ricorsi storici di un calcio fatto a scale chi le scende e chi le sale: nell’ anno 1960 il Prato otteneva un significativo lasciapassare alla serie B con la vittoria 4-0 sul Rimini. Quelli con i capelli bianchi ricorderanno la formazione di allora: Carlotti, Rossi, Targioni, Perni, Verdolini, Nesti, Colla, Bozzato, Mencacci, Dell’Angelo, Arriva. Allenatore Meucci. In panchina giovani pratesi di belle promesse come Conti, Moradei, Rizza, Rossi. Consiglio direttivo con Benelli, Capponcelli, Rosi, Tempesti. Il Prato ricostruiva due anni dopo un comitato di presidenza che convogliava il gotha imprenditoriale di Prato. Esattamente nello stesso giorno ieri l’altro il Prato franava a Ravenna con le conseguenze di un inevitabile tsunami che ha investito l’intero assetto societario (direttore generale, direttore sportivo, allenatore), dopo le giubilazioni negli anni precedenti di quattro allenatori, un direttore sportivo, un segretario. C’è di che temere per gli sviluppi ulteriori, dopo la risoluzione del contratto a dicembre di calciatori quali Marangon che nelle ultime sette stagioni era andato in doppia cifra realizzando 95 gol; nell’ultima stagione aveva totalizzato 32 presenze con il Ravenna segnando10 gol e che appena ceduto alle Dolomiti Bellunesi sempre in serie D ha segnato di nuovo alla grande. Tutto questo per dire le difficoltà intrinseche a una società, su cui lo stesso Commini è chiamato a riflettere, dopo la constatazione che la delega calcistica a figure professionali sia pure qualificate non risulta sempre appagante. Inutile ossigenare un ippopotamo, non diventerà mai un ippocastano. Non abbiamo elementi certi per giudicare l’attuale presidente. Prima di valutare una persona bisogna camminare nei suoi mocassini per tre lune dice un proverbio indiano. E noi camminiamo nei nostri. Vicini alla società ci sono però personaggi-guida come il sindaco Biffoni e il vicesindaco Faggi che vogliono bene al Prato e sanno di calcio. Il Prato che saliva in serie B e quello attuale che rischia la retrocessione dalla D sono la faccia triste di un Prato a cui la città è comunque legata. Il calcio di quei tempi partorì una società che coinvolse tutta la città con i 10.000 allo stadio; il calcio di oggi è un diseredato a cui guardare con rinnovata premura per togliere quel grumo di delusione che nessun alkaseltzer opportunistico può dileguare. Ponzio Pilato è diventato ahinoi socio onorario di questa squadra.

Roberto Baldi

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