Massimo Taiti "Leader pratesi per i lanieri"

Il delegato Coni e vice presidente Figc: "La città e il calcio meritano figure simili ad Andrea Toccafondi e Fabrizio Pitigliani"

Massimo Taiti "Leader pratesi per i lanieri"

Massimo Taiti "Leader pratesi per i lanieri"

L’avvocato Massimo Taiti è sempre stato uomo di sport, praticato e diretto, schietto e genuino com’è suo costume, con esperienze dirigenziali a fianco di Andrea Toccafondi, con la presidenza della pallamano correndo da un lato all’altro del campo in corso di gara a seguire i suoi giocatori, e il ruolo di delegato pratese del Coni. Parlare di Prato con lui è facile.

"Per me quella biancazzurra è stata una scuola di vita non solo sportiva. Stare vicino ad Andrea Toccafondi mi ha permesso di formarmi come uomo e come avvocato, per lui una parola o una stretta di mano erano meglio di un contratto. Poi Giannetto Guarducci, un maestro, che aveva tante affinità con Andrea e diceva che “i migliori avvocati li formano i bravi clienti”. Difficilmente sbagliava".

Com’era il Prato di allora?

"Era una famiglia da Remo Fonti al cosiddetto avvocato Gino Fedi, passando a Stefano Calistri insieme a tutti gli amici con cui abbiamo vissuto giorni felici, ma siamo anche dovuti uscire tante volte dalla parte del tennis Etruria per evitare improperi di un tifo mai violento ma sicuramente esigente come era quello dei vari “lampadina” e Rondelli. Fanno parte tutti di questa famiglia in cui metto anche Lohengrin Landini, uno dei migliori sindaci di questa città: quando ero un giovane studente contestatore un 28 ottobre, anniversario ahimè della marcia su Roma, davanti al circolo Rossi di via Frascati mi rifilò un sonoro schiaffone lasciandomi impresse le cinque dita della mano di ex operaio. Mai un ceffone fu così ben dato e meritato, facendomi capire che si dovevano fare le riforme. Questo era il Prato che ho conosciuto e ho amato e che mi ha permesso di diventare dirigente sportivo sia al Coni che della Figc dopo aver vinto due scudetti e due coppe Italia accanto ad un altro grande pratese come Fabrizio Pitigliani, sponsor dell’Alpi campione. Due persone, Andrea e Fabrizio, diverse ma accomunate dall’essere imprenditori di successo".

Come rivitalizzare il Prato?

"Dobbiamo cercare figure simili, anche se non sarà facile, per un futuro di pratesità. La città e il calcio lo meritano".

In un’intervista di alcuni anni l’invito lo rivolgemmo direttamente a Taiti.

"Sto dando ora il mio apporto al Prato in ruoli diversi, che non mi consentono diretta partecipazione. Resto a fianco di chi vorrà impegnarsi per il Prato".

Un giudizio sull’attuale conduzione.

"Un’altra domanda per favore".

Un tempo l’avrebbe dato.

"Si nasce tutti incendiari e s’invecchia pompieri. Vivo e lascio vivere".

Roberto Baldi

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