ANTONIO MANNORI
Sport

Mountain bike, parla pratese il fuoristrada merito del team manager Stefano Gonzi

Alla guida del Team Soudal LEE Cougan di Montemurlo

Il team manager pratese Stefano Gonzi da quai 20 anni nel mountain bike

Montemurlo, 29 aprile 2020 - Quasi da 20 anni Stefano Gonzi è il referente per l’attività del mountain bike a certi livelli in Provincia di Prato, nel suo ruolo di team manager con la gestione della propria società, nel 2020 il Team Soudal Lee Cougan di Montemurlo ed in campo organizzativo. Il 2020 è un anno particolare, a causa del Covid-19, non ci sono gare e quindi una situazione paradossale per una squadra che in questo periodo iniziava a correre in Italia e in Europa, passando da una gara all’altra. “La mia avventura nel ciclismo è cominciata quasi 30 anni fa, mi fu regalata una mountain bike e da lì è partito tutto, è stato amore a prima vista e ho iniziato a fare delle gare con ottimi risultati. Il lavoro mi impediva di allenarmi e già durante la mia attività agonistica, riflettevo sulla possibilità di gestire un team a livello amatoriale. Il primo fu il Team Tredici di Montemurlo, una bella esperienza, così nel 2002 decisi di avere un team tutto mio, il Top Race Team, con alcuni dei migliori atleti amatori toscani”. E da allora una scalata sempre più in alto. “Ma non è stato facile e poi raggiunto un certo livello il difficile è mantenersi. Quello che mi fa ancora infuriare è che una disciplina della mountain bike come il Marathon, così bella e affascinante, non venga presa dalle istituzioni con le giusta considerazione”. Un compito non facile quello del team manager ”E’ vero ho sempre voluto un team forte e competitivo ad alto livello, ma soprattutto un gruppo di persone unito con piacere di stare insieme. Rispetto a quando iniziai all’inizio del secolo oggi occorre gestire molte cose, dare sicurezza alla squadra, trovare soluzioni, è come avere una piccola impresa”. Ha sempre avuto sponsor importanti per l’attività. “Sono la linfa vitale per un team, grazie al loro supporto cerco di garantire ai miei atleti tutto il necessario per essere competitivi. Ho avuto nelle varie squadre tanti biker, con tutti ho dei buoni rapporti e condivido bei ricordi, io sono cresciuto con loro e li considero come altri miei figli”. Avevate iniziato bene la stagione 2020. “Dopo un’ottima preparazione alla Mediterranean Epic, abbiamo vinto con Valdrighi e fatto terzo con Jacopo Billi nell’unica gara svolta in Italia, poi è arrivato il virus, ognuno a casa propria con gli atleti impegnati a rimanere attivi. Certo in questo periodo di isolamento ho del tempo in più a disposizione, posso pensare al futuro davanti al computer, a come ripartire, perché sono sicuro che ripartiremo. Mio babbo diceva, l’importante è che la morte ci trovi vivi”.