"Ora una squadra al top"

Il tifoso speciale Riccardo Fedi: "Puntiamo in alto oppure... ridiamo le carte"

"Ora una squadra al top"

"Ora una squadra al top"

A Riccardo Fedi, prima di addestrarlo a dire "babbo" e "mamma", insegnarono "forza Prato" grazie al padre Gino, deceduto alcuni anni fa e ricordato da tutto l’entourage del Prato come persona disponibile sempre. Lo accompagnava alle partite del Prato che fosse tempo bello o tramontana a sostenere il "biancazzurro che il cielo ci ha donato/col grido appassionato Forza Prato", come cantava Rodolfo Baccini nell’inno dell’avvio gara. Al figlio Riccardo, stessa affabilità e socievolezza del padre con un po’ di guasconeria in più da pratese sino al midollo, sono rimasti impressi i mille episodi di una squadra allora seguitissima a costo di doversi sobbarcare anche trasferte per partite da cardiopalma.

"Quando il Prato chiamava all’appello non mancavamo mai – racconta – Ancora di più dopo il 2011 quando decisi di abbandonare il tessuto che non tirava più. Sarebbe troppo il ragionare. Cominciai allora a coltivare i miei hobby, che rimangono a tutt’oggi validi".

Quali hobby?

"Il calcio, i raccolti, il burraco. Il Prato però resta in cima ai miei affetti. Come il primo amore che non si scorda mai. Memorabili certe partite e certi spareggi come quello per la promozione vinto 3-2 a Modena contro l’Alessandria".

Solo Prato?

"Mio padre Gino mi rimprovererebbe dall’aldilà se non citassi anche la passione per la Juve, di cui lui fu un capostipite in Prato, costituendo insieme ad altri un club bianconero nel bar Duomo di Armando in piazza Ciardi, accanto ai parrucchieri Urbano e Orazio. Per tanto tempo nel nuovo club juventino, quando ci ritrovavamo per vedere le partite della Juve, in prima fila c’era una sedia vuota con la maglia juventina di mio padre, a tutti noto come l’avvocato per l’amicizia che vantava con Agnelli, conosciuto a Villar Perosa".

Un suggerimento per rendere anche il calcio palestra di successi.

"Introdurre forze locali perché Prato è Prato: noi si fa meglio. Qualsiasi cosa. Vedo salire in serie B una Carrarese che non ci legava nemmeno le scarpe. E noi a rischiare addirittura la retrocessione dalla D. Non è roba da pratesi, che regalarono addirittura un Befani alla guida della Fiorentina. La conclusione è una sola: o si fa la squadra per salire spendendo il giusto con intelligenza o si ridà le carte, come si dice al burraco, con protagonisti nuovi in grado di procurare aspettative migliori, dopo le tribolazioni degli ultimi anni".

Roberto Baldi

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