"Rivitalizzare il vivaio"

Becagli, tifoso da una vita: "Per salire occorre spendere. E con competenza"

"Rivitalizzare il vivaio"

"Rivitalizzare il vivaio"

Giovanni Becagli, ottant’anni eccetera (gli eccetera non si dichiarano), noto imprenditore pratese che ha affidato ormai ai figli il managemant tessile, ha da sempre un ventricolo viola e uno biancazzurro. "Io non so come questa possa essere considerata un’anomalia – si spiega subito – sono legato a Prato dove ho le mie radici, e sono legato alla grande bellezza fiorentina, che è il salotto buono dove andavamo a imbroccare la straniera, a vedere le prime dei film che da noi arrivavano tre mesi dopo, ma soprattutto a godere il calcio superiore. Cosa c’è di incompatibile?".

Il tifo. Ci fosse un derby un giorno fra Prato e Fiorentina? "Starei a gustarmelo con l’aspettativa che vinca il migliore".

Quali ricordi col Prato Calcio? "Tantissimi a cominciare dal periodo di Corrado Viciani, seminatore d’oro e inventore anche del cosiddetto gioco corto, a cui mi legavano amicizia profonda e stima sincera".

Che differenza fra il Prato di allora e quello attuale?

"Quello attuale è ormai un vino andato all’aceto: non vi si respira più la pratesità viscerale, né l’ambizione dell’io son di Prao e voglio esser rispettao".

Si sta lavorando quest’anno per allestire una buona squadra.

"Sono come S. Tommaso: se non tocco non credo. In questi ultimi anni il miglior giocatore è stato Marangon, che fu ceduto in piena zona retrocessione. E si è dato tropppi benservito agli allenatori, colpevolizzandoli per mancanza di risultati".

Ci sono i margini per ricreare un gruppo dirigenziale pratese?

"Ci sarebbero per una dignitosa serie C come accadeva ai tempi dei Capponcelli, Baldassini e dello stesso Toccafondi. L’Unione industriali chiamava e i singoli rispondevano. Ma manca oggi un’istituzione o una figura singola capace di avviare un coordinamento efficace".

Altre iniziative?

"Rivitalizzare al massimo il settore giovanile, dove ha militato anche mio nipote per poi emigrare alla Lastrigiana perché con l’uscita di Toccafondi si era chiusa bottega. Ora qualcosa si è mosso grazie all’iniziativa prima di Ridolfi e poi di Biagi, persone encomiabili, ma per allestire una squadra da serie C occorre che si spenda e lo si faccia con competenza".

Come struttura dirigenziale? "La guida di uno solo competente come il Corsi presidente dell’Empoli che fa la serie A senza sfondarsi le tasche. E poi l’aiuto di alcuni collabratori solidi :porta aperta per chi porta e chi non porta parte".

Roberto Baldi

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