Il vescovo Teodaldo e Guido Monaco

Un convegno internazionale di studi ad Arezzo il 13 e 14 novembre

Palazzo Vescovile

Il Centro Studi Guidoniani della Fondazione Guido d’Arezzo e l’Accademia Petrarca di Arezzo promuovono, il 13 e il 14 novembre, un convegno internazionale di studi dal titolo “Teodaldo e Guido Monaco: riforma e cultura ad Arezzo nel secolo XI” a cura di Pierluigi Licciardello e Cecilia Luzzi.

Il millenario della nomina di Teodaldo, vescovo di Arezzo dal 1023 al 1032, è l’occasione per riconsiderare due figure di grande spessore, meno conosciute di quanto meritino. Teodaldo operò attivamente per la Chiesa aretina: consacrò il ‘Duomo Vecchio’ di San Donato a Pionta (di cui recentemente sono affiorate le rovine sulla collina aretina), promosse la riforma del clero e dei monasteri della diocesi, fondò l’eremo di Camaldoli d’intesa con san Romualdo. Infine accolse Guido Monaco che aveva lasciato l’abbazia di Pomposa a causa dell’invidia suscitata dalle sue innovazioni musicali e gli assegnò l’incarico di maestro dei fanciulli cantori di San Donato. Guido mise qui a punto il suo metodo, basato sulla scrittura musicale su rigo – una semplice invenzione senza la quale non esisterebbe la storia della musica occidentale – che cambiò radicalmente l’educazione dei cantori ecclesiastici, da quel momento in grado di cantare a prima vista una melodia scritta mai udita, senza l’aiuto di un maestro, impiegando le famose sillabe dell’inno a san Giovanni, ut re mi fa sol la, che diverranno in seguito i nomi delle note musicali, abbreviando così da dieci anni ad uno i tempi di apprendimento del vastissimo repertorio di canto liturgico. Guido fu anche studioso di Sacra Scrittura e fu tra i primi nel suo secolo a prendere posizione contro la simonia, la compravendita delle cariche ecclesiastiche.

Prenderanno la parola sedici tra i migliori specialisti di quest’epoca storica. Il primo giorno si parlerà di Arezzo nel secolo XI, del ruolo dei vescovi nella Chiesa del loro tempo, di Teodaldo nella tradizione camaldolese, di manoscritti e archivi aretini, degli scavi archeologici svolti a Pionta e delle raffigurazioni artistiche che ci restano del complesso vescovile aretino. Il secondo giorno si tratterà del culto dei santi ad Arezzo, per poi passare alla figura di Guido Monaco, di cui si tratteranno l’attività letteraria, la notazione musicale in rapporto ai precedenti storici e alla notazione musicale del suo tempo, di area romana e beneventana. Infine, la fortuna di Guido Monaco nell’Ottocento e una prima analisi dei numerosi frammenti musicali inediti conservati nelle biblioteche aretine.

Il convegno si svolgerà dalle 9.30 alle 18.00 di lunedì 13 e martedì 14, ad ingresso libero, aperto a tutti i cittadini, nel Salone Grande di Giustizia del Palazzo Vescovile ad Arezzo, sede del Museo Diocesano di Arte Sacra, in Piazza del Duomo 1, ma sarà trasmesso anche in streaming sul canale Youtube della Fondazione Guido d’Arezzo.