La coltivazione di questa particolare tipologia di pomodoro, nella piana fiorentina, risale a diversi anni fa. Da allora ad oggi, sono stati apportati diversi miglioramenti, sia sotto il profilo varietale che colturale. Per il primo punto occorre precisare che il capostipite della tipologia è una selezione e solo da pochi anni, in commercio, sono disponibili “semi ibridi”, ossia migliorati sotto l’aspetto fitosanitario, rendendo più semplice la gestione agronomica all’agricoltore, senza alterarne le tipicità. La pianta si adatta bene ad essere coltivata in struttura coperta (serra) ma, in talune zone, anche in campo aperto. I punti salienti della “cultivar” (varietà coltivata) sono: pezzatura contenuta, circa 150/160 grammi; lobature molto pronunciate; orma schiacciata ed una colorazione rosso intensa. Al palato ha un retrogusto acidulo, tanto è che si impiega molto bene sia per il consumo fresco, ma anche per salsa, assieme ad altre tipologie di pomodoro adatte al tal scopo. In tutti questi passaggi, la Cooperativa di Legnaia ha svolto un ruolo importante nel portare avanti la varietà e migliorarla, anche alla luce delle problematiche che si sono affacciate sulla coltivazione del pomodoro, grazie alla costante e capillare presenza nelle aziende associate. Le produzioni non sono allineate con le tipologie simili o altre, ma inferiori. Anche la raccolta, ultimo passaggio prima della vendita, deve essere fatta con molta attenzione in quanto si danneggia facilmente acquisendo una consistenza della polpa più morbida. In commercio, sempre più frequentemente, ritroviamo pomodori costoluti oppure “ricci”, ma spesso si tratta di tipologia “marmande”, molto produttivi, maggiore pezzatura e conservabilità (shelf-life), ma diversi a quello precedentemente descritto.
Tutto ciò permette alla Cooperativa di Legnaia, grazie ai propri soci, di offrire ai clienti, un prodotto al massimo delle proprie caratteristiche organolettiche.