Primo fra tutti il rispetto del Decreto Legislativo 152/2006, il cosiddetto codice dell’ambiente, cioè la principale normativa di riferimento che imprese come TCA SpA sono tenute a rispettare nel fare il proprio lavoro e che altro non è che il recepimento delle norme europee di settore. All’interno del decreto 152/2006 si trovano, tra molte prescrizioni, anche tutti i controlli obbligatori da eseguire sulle matrici ambientali: tra questi i più significativi sono quelli sulle emissioni in atmosfera, sulla qualità delle acque, oltre che in generale sulla gestione dei rifiuti. Da questo testo deriva per TCA l’autorizzazione al trattamento dei rifiuti, che l’impresa riceve e processa per il recupero della materia prima.
Come è possibile accertare che i materiali accettati da TCA SpA siano conformi a ciò che le autorizzazioni rilasciate dagli enti competenti in materia, di cui l’impresa è dotata, prevedono? Le procedure di accettazione che TCA ha elaborato e che usa quotidianamente prevedono molte stazioni di verifica, sia interne che esterne, e il supporto di laboratori accreditati.
L’arrivo del materiale in TCA è il culmine di un percorso di numerosi controlli. Prima della partenza del container dal paese di provenienza, TCA riceve un campione da analizzare internamente. A questo controllo si aggiungono quelli applicati dai clienti nei paesi di provenienza, i controlli ai varchi di ingresso di porti e aeroporti e alle dogane, dove i container vengono scansionati totalmente.
“I parametri di ammissibilità sono molto stringenti. L’ammissibilità inizia con l’analisi che precede la spedizione del materiale. I nostri reparti analitico, commerciale e produttivo, si interfacciano con il cliente e, attraverso la ricezione di campioni del materiale, procedono alla determinazione di tempi e costi del servizio e, prima ancora, alla determinazione delle caratteristiche che stabiliscono l’ammissibilità o meno del materiale stesso” afferma Marco Tirinnanzi, Ingegnere a capo del team ambientale dell’impresa e suo Procuratore ambientale.
Oltre ai controlli sul materiale in ingresso, l’azienda è dotata di uno strutturato sistema di monitoraggio delle sue emissioni in uscita. Come viene garantito che il rispetto dei parametri entro cui TCA SpA deve operare, sia davvero assicurato? La risposta ha a che fare con il metodo, gli strumenti, le competenze messe in campo e la pluralità di soggetti deputati al monitoraggio e al controllo. “Monitoriamo, per legge, gli output dei nostri processi produttivi, in maniera continua, non solo a livello emissivo ma anche per tutto ciò che concerne lo scarto, sia in forma liquida che solida” commenta l’Ing. Andrea Chiarini, Amministratore con delega all’ambiente. “Il controllo del rispetto dei limiti avviene attraverso sistemi di rilevazione, come ad esempio il nostro sistema di monitoraggio delle emissioni (SME)”, prosegue Chiarini.
All’interno dell’impianto di TCA è presente un locale dedicato al monitoraggio automatico delle emissioni, per verificare in maniera puntale e costante il rispetto dei limiti di legge. I dati raccolti sono continuamente condivisi con ARPAT, l’ente regionale preposto al controllo ambientale. TCA ha inoltre implementato un sistema di sicurezza aggiuntivo: “ci siamo imposti soglie più basse dei limiti consentiti dalla legge, soglie di attenzione, che abbiamo deciso di adottare e che ci aiutano a scorgere eventuali trend significativi, in tempi decisamente prudenziali, e fare così valutazioni ancora prima che possibili problematiche impiantistiche possano generarsi.” racconta Tirinnanzi.
Il sistema di misurazione installato all’interno dell’impianto di incenerimento, preleva campioni di fumi, li analizza e li misura in modalità continua. L’impresa ha scelto di equipaggiare i propri impianti con strumenti molto avanzati, forniti da partner affermati ed esperti, operativi nel servizio a imprese che gestiscono processi dello stesso tipo a livello internazionale. Il sistema di misurazione è soggetto a manutenzioni e calibrazioni periodiche, e controllato da tecnici esperti incaricati dalla casa madre. Tale prassi è inoltre soggetta, su base quadrimestrale, a verifica strumentale da parte di laboratori esterni, accreditati UNI - ISO 17025, norma tecnica che garantisce uno standard elevato di qualità delle misure.