Lisa Ciardi
Salute

Dare conforto a chi dà conforto. Come aiutare caregiver e fragili. L’impegno della nuova legge

La proposta all’esame del consiglio regionale e le prospettive al centro di una giornata di studi. L’obiettivo è riconoscere tale figura come “elemento cruciale nella rete del welfare locale”

L’assessora della Regione Toscana alle politiche sociali Serena Spinelli

L’assessora della Regione Toscana alle politiche sociali Serena Spinelli

Firenze, 24 gennaio 2025 – Valorizzare la figura del “caregiver familiare” e collocarlo al meglio nella rete dei servizi toscani. È l’obiettivo della proposta di legge regionale (approvata in giunta e ora all’esame del Consiglio) al centro della giornata di studi organizzata ieri, al Meyer Health Campus, dall’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, in collaborazione con la Terza commissione, presieduta da Enrico Sostegni. Un momento di raccordo fra istituzioni, tecnici, dirigenti regionali, servizi sanitari e sociali, associazioni e caregiver, per sensibilizzare sulla rilevanza sociale di persone che, nella quotidianità, dedicano tempo alla cura dei propri cari e delle persone più fragili.

Un universo in gran parte sommerso (si stima che in Europa una persona su tre ne assista un’altra bisognosa di cure, quasi sempre un familiare), che emerge solo quando scatta la richiesta di un sostegno pubblico. In base ai dati forniti ieri, per esempio, al Centro di ascolto regionale, fra il 2022 e il 2024, si sono rivolti 602 caregiver, per un totale di 2063 contatti. Netta la prevalenza di donne (72%) sulle quali ricade quasi sempre il compito dell’assistenza, a scapito spesso di vita privata e lavorativa.

Un altro indicatore viene dal Fondo nazionale per il sostegno del caregiver familiare che, fra il 2018 e il 2023, ha erogato in Toscana 9.934.284 euro, con 883 beneficiari nel 2023 (578 nel 2021).

“In un moderno sistema di welfare – ha evidenziato l’assessora Spinelli - occorre impegnarsi affinché ciascuna persona fragile possa avere ben tutelato il diritto di sviluppare il suo progetto di vita, ma questo deve essere garantito anche al familiare che gli è vicino: fare il caregiver a un congiunto deve essere una libera scelta, non una necessità né tantomeno un obbligo. Per questo occorre riportare al centro dell’agenda politica tutti gli strumenti di cura e protezione delle persone, considerarli davvero necessari, e abbattere le frammentazioni che ci impediscono di utilizzare al meglio le risorse, spesso già limitate”.

La proposta di legge regionale riconosce il caregiver familiare come “elemento cruciale nella rete del welfare locale e ne prevede il coinvolgimento nella definizione e valutazione del Pai o progetto di vita: i servizi sociali, sanitari e socio sanitari gli assicurano supporto e affiancamento necessari a sostenerne la qualità dell’opera di assistenza; inoltre Regione, aziende sanitarie ed enti locali promuovono iniziative e individuano strumenti di sensibilizzazione, informazione e orientamento per sostenerne il ruolo”.

Il Centro di ascolto regionale (riorganizzato nel 2023) fornirà “supporto psicologico e un servizio telefonico d’informazione e orientamento”. Previsto infine l’intervento della Regione per “promuovere accordi con le associazioni datoriali, tesi a una maggiore flessibilità oraria che permetta di conciliare vita lavorativa ed esigenze di cura” oltre a contatti con le compagnie assicurative per “premi agevolati per le polizze, per la copertura di infortuni o responsabilità civile”.

Intanto va avanti anche l’iter per una legge nazionale che riguardi l’impegno sulle persone fragili dei caregiver. A parlare della norma, illustrando i punti di convergenza e di distanza rispetto a quella regionale, è stato nella giornata di ieri l’onorevole del partito democratico Marco Furfaro.