REDAZIONE SARZANA

Sfaffetta luminosa tra siti romani

Segnale ottico con le torce abbraccia Luni, Luceria e Velelia

Il gruppo con torcia e amazzoni della Protezione Civile di Bardi

Il gruppo con torcia e amazzoni della Protezione Civile di Bardi

Luni (La Spezia), 6 ottobre 2019 - Una staffetta di luce su un percorso di 270 chilometri, con 40 volontari impegnati in 15 presidi ad innalzare le torce ridando vita alla memoria delle comunicazioni con il codice ottico nell’epoca Romana. Così questa sera rivivrà la storia tra i siti archeologici di Luni, Luceria (Reggio Emilia) e Veleia (Piacenza). L’iniziativa è dell’Archeoclub Apuo Ligure dell’Appennino Tosco-emiliano da anni impegnato - col ruolo propulsivo della sua presidente Angelica Magnotta - nel tessere il filo della memoria degli antichi insediamenti del territorio, dai Liguri Apuani ai Romani che, a fatica, riuscirono ad eliminare i primi, con ricorso anche alla deportazione nell’area dei Sannio nel secolo avanti Cristo. A partire dalle 20 il segnale di fuoco rimbalzerà da Luni per superare l’Alta via dei Monti Liguri e l’Appennino Tosco emiliano fino a raggiungere a Nord Ovest il Teatro Romano di Veleria e a Nord Est il sito archeologico di Luceria, rapportando nel territorio dei Liguri tre città di fondazione romana, delle quali si rinnova l’identità storica attraverso la comunicazione ‘certificata’ nella Colonna Traiana. In pista per tanti presidi culturali e associazioni: Guide Ambientali Aigae, Cai (della Spezia, Bismatova e Castelnovo ne’ Monti), Protezione civile (Massa, Luni, Bardi, Podenzana, Tresana, Pontremoli, Lugagnano d’Arda), Gruppo Archeologico di Luceria, Mondo dei fari, Cantiere della Memoria, Cigno, Amici di Luni.

"I segnalatori – spiega Angelina Magnotta – saranno raccordati in una chat apposita e punteggeranno col fuoco le postazioni del percorso Luni-Passo dei Casoni-Monte Molinatico, con la diramazione Podenzana-Torre di Tresana-Popetto-Costa di Canossa. Dal Molinatico la luce partirà in due direzioni, verso Veleia e verso Luceria. Un abbraccio luminoso tra le tre città che sono unite dalla prei/protostoria ligure (come dimostra il ritrovamento di oggetti simili dell’Età del Bronzo sui tre siti) e dalla storia romana che ne ascrive la fondazione a breve distanza l’una dall’altra, con precedenza per la sentinella romana sulla destra dell’Arno che fu Luni, sorta sul mare nel 177 a.C., a cui seguirono la fondazione di Veleia, municipio e capoluogo amministrativo, a cavallo di importanti snodi viarii di collegamento tra Lucca-Parma-Piacenza-Libarna e la fondazione di Luceria, anch’essa snodo viario importante tra le valli del Taverone e dell’Aulella da una parte, con la pianura emiliana dall’altra, attraverso le valli del Secchia e dell’Enza. Come la loro fondazione, anche la decadenza le accomuna, in conseguenza della caduta dell’Impero. Oggi le tre località, meta di turisti e di studiosi di storia antica, richiamano la loro ascendenza romana, rinnovandola con eventi ed esibizioni in costume a Luceria e con spettacoli teatrali che risalgono all’antichità classica, a Luni e a Veleia. L’Associazione di promozione Sociale Archeoclub Apuo Ligure dell’Appennino Tosco Emiliano - che ha scoperto, decrittato e divulgato centinaia di incisioni rupestri lunigianesi risalenti ai Liguri Arcaici - propone oggi ai Comuni direttamente interessati di Luni, di Lugagnano d’Arda/Veleia e di Canossa/Luceria, come ai Comuni che si trovano sul percorso intermedio tra le due città che più di altre hanno conservato il loro carattere romano primigenio, di rinnovare tali affinità, accogliendo la proposta di riedizione dei legami antichi, attraverso un ’viaggio emozionale’, la cui idea originaria si deve a bertecetese Martino Squeri, cofondatore dell’Archeoclub Apuo-Ligure».

Corrado Ricci