FRANCESCO ANTOLA
Cronaca

Accademia italiana della cucina. Ambiente e salute... a tavola guardando alla crisi climatica

A confronto il fisico dell’atmosfera, scrittore e divulgatore scientifico Andrea Corigliano, il medico gastroenterologo Roberto Galli e la biologa nutrizionista e insegnante Silvia Molinu.

A confronto il fisico dell’atmosfera, scrittore e divulgatore scientifico Andrea Corigliano, il medico gastroenterologo Roberto Galli e la biologa nutrizionista e insegnante Silvia Molinu.

A confronto il fisico dell’atmosfera, scrittore e divulgatore scientifico Andrea Corigliano, il medico gastroenterologo Roberto Galli e la biologa nutrizionista e insegnante Silvia Molinu.

La salute si costruisce a tavola, ma una corretta alimentazione può dare anche un significativo contributo alla tutela dell’ambiente, attenuando i disastrosi effetti della crisi climatica. Questo il messaggio venuto dal convegno che l’Accademia italiana della cucina ha organizzato nella sala del Ristorante del Re - Park Hotel Santa Caterina. A confronto, un fisico dell’atmosfera, scrittore e divulgatore scientifico, Andrea Corigliano, un medico gastroenterologo, Roberto Galli, e una biologa nutrizionista, insegnante di Scienza degli alimenti, Silvia Molinu. Un giro di orizzonte a largo raggio, dove gli aspetti legati alla salute - come ha sottolineato la delegata dell’Aic spezzina Marinella Curre Caporuscio nell’introdurre i lavori - sono strettamente connessi alla crisi climatica. Il motivo lo ha spiegato il climatologo Corigliano che ha citato numeri a dir poco preoccupanti, ma meglio sarebbe dire drammatici, su effetto serra e riscaldamento del pianeta. Un dato su tutti: la temperatura media della terra è aumentata, fino a superare per la prima volta nel 2024 la soglia di 1,5 °C di anomalia rispetto al periodo pre industriale.

E la cucina che c’entra? Intanto c’è un problema di spreco alimentare che, secondo la Fao, è responsabile del 10% delle emissioni annue mondiali di gas serra. "Solo nell’Unione europea - ha sottolineato Corigliano - lo spreco di cibo causa l’emissione di 170 milioni di C02, equivalente ogni anno, mentre in Italia ne emettiamo 24,5 milioni di cui 14,3 milioni derivanti dallo spreco domestico". Significativo anche il quantitativo di gas serra nella catena produttiva del cibo, considerando il terreno, l’allevamento, la trasformazione, il trasporto, il commercio e l’imballaggio. In questo contesto il contributo maggiore lo danno le carni rosse e il cioccolato, che distanziano largamente carni bianche, pesce, frutta e verdura. Questo significa che mangiando correttamente, seguendo il modello della dieta mediterranea, con un consumo preponderante di alimenti di origine vegetale e un’assunzione moderata di alimenti di origine animale, si può dare anche un significativo contributo al miglioramento della salute del pianeta. Il tema dell’alimentazione è stato approfondito dagli altri due relatori. Il dottor Roberto Galli si è soffermato sul ruolo della dieta mediterranea nella prevenzione dei tumori, delineando le caratteristiche essenziali di tale regime alimentare, che comprende non solo una corretta assunzione del cibo ma anche la valorizzazione di altri aspetti come la convivialità e l’attività fisica. Silvia Molinu si è soffermata dal canto suo sul ruolo della scuola, dove la dieta mediterranea - recentemente aggiornata - va insegnata e, ovviamente, recepita dai giovani, fin troppo attratti dalle sirene del cibo spazzatura. I consigli? Più vegetali, meno dolci zucchero e bevande zuccherate, più acqua, meno sale, meno alcol. E meno spreco.

Franco Antola