Per i numerosi bimbi, quasi un centinaio, che frequentano l’asilo Lalli nel viale XXI luglio a Sarzana, ieri non c’è stata la festa del papà, sostituita dalla festa della famiglia. Si tratterebbe di una decisione adottata solo in quell’istituto scolastico. La motivazione? Tutela nei confronti di quei bimbi che non hanno più il papà e di altri che vivono in una famiglia dove i genitori sono separati o che affrontano situazioni familiari difficili.
Una decisione che però ha suscitato malumore in tante famiglie che hanno protestato: l’informazione sarebbe arrivata a cose ormai decise, il 18 marzo, nessun genitore sarebbe stato interpellato, e l’abolizione della festa del papà – sostengono alcuni – avrebbe disorientato i bambini. Fra l’altro la stessa decisione verrà presa il 9 maggio quando è prevista la festa della Mamma: anch’essa diventerà la festa della famiglia. Per protesta, ieri sei famiglie non hanno mandato i figli a scuola. E sostengono che sarebbero in tanti a condividere la protesta, anche se i più hanno voluto restare anonimi.
A metterci la faccia e sono stati invece Stefano Martelli, Mihaela Crina, Saverio Bacchereti e Klaudia Kosel. "Annullare la festa del papà senza averci consultato così di imperio per tutelare le minoranze – ha creato confusione in tanti bambini. Mia figlia da una settimana parla della festa del papà e ieri è arrivata a casa un po’ confusa chiedendomi perchè c’è stata la festa della famiglia e non dei babbi. La cosa che sicuramente da più fastidio è il metodo unilaterale il giorno prima con cui è stata fatta la scelta, senza neppure sentirci, anche perchè tutte le altre scuole sarzanesi festeggiano la festa del papà. E’ assurdo che vorranno fare la stessa cosa anche per la festa della mamma. Credo che ci sia modo e modo per tutelare i bambini, non è giusto che per una minoranza bisogna deludere tutti gli altri. E’ questo che ci da fastidio" .
Il dirigente scolastico Antonio Fini non condivide il clamore che ha suscitato la decisione dell’asilo Lalli. "Parlare di questa cosa mi sembra del tutto inutile – sostiene Fini –. Mi spiace se qualche genitore non è d’accordo con la scelta fatta ma siamo pronti a dare tutte le spiegazioni del caso. Si tratta ne più ne meno di una scelta didattica il compito delle maestre è quello di insegnare ma anche di educare. Hanno deciso in questo modo me l’hanno comunicato e non mi sono opposto. Quello che proprio non riesco a comprendere è quanto sta accadendo ora".
C.G.