
Anna Pucci
SARZANA
Lo ha avvistato un cittadino, nel territorio di Luni. E ha lanciato l’allarme innescando l’iter di controllo e contenimento. E’ stata scoperta così la presenza, in Val di Magra, di un micro-insetto capace di danneggiare fino alla morte diversi tipi di piante, tra cui agrumi e viti. Si chiama Aleurocanthus spiniferus, o aleurodide spinoso, è l’ennesimo flagello che, approfittando verosimilmente della crescente mobilità globale di merci e persone, ha trovato un passaggio per spostarsi dai paesi d’origine, in Asia tropicale, in altri territori del globo nei cui ecosistemi non ha antagonisti naturali.
La scomoda presenza è stata rilevata in Italia per la prima volta nel 2008, negli agrumeti del Salento in Puglia. Da allora si è diffuso in varie regioni tra le quali, appunto, la Liguria. A fine 2022 si è avuta la segnalazione del focolaio spezzino. Riguarda la Val di Magra il decreto 467 firmato il 27 gennaio dal dirigente del settore fitosanitario della Regione con cui è stata disposta la delimitazione della zona infetta e della zona cuscinetto per l’aleurodide. In particolare, il decreto istituisce la seconda zona delimitata in quattro comuni della vallata: Ameglia, Castelnuovo Magra, Luni e Sarzana. E aggiorna la perimetrazione del primo focolaio, quello di Arenzano, la cui zona delimitata era stata istituita nel luglio 2021, ampliandolo a una parte di Cogoleto.
Il decreto segue l’attività di monitoraggio svolta dal Fitosanitario dopo la segnalazione: «L’infestazione è attualmente estesa a una porzione a cavallo dei Comuni di Luni e Castelnuovo Magra», attesta il dirigente. Ritenuta di difficile attuazione l’applicazione di misure di eradicazione si è optato per «più agevoli misure di contenimento» che comprendono «l’informazione agli operatori professionali e al pubblico e un adeguato monitoraggio delle aree delimitate». Questo perché «il nuovo focolaio è radicato in una ampia porzione del territorio nel quale si alternano aree residenziali con verde privato e aree agricole (olivicole, viticole e seminative in prevalenza) e nella parte collinare aree boscate. Non sono tecnicamente proponibili interventi di abbattimento e distruzione delle piante infestate per l’eradicazione dell’insetto». Nel decreto si legge anche che «in questo ambiente l’aleurodide non provoca al momento danni economici diretti alle produzioni ma solo danni estetici, dovuti a produzione di melata e di conseguente fumaggine. Gli alberi di agrumi, la piante di rose e l’altra vegetazione interessata, in quel determinato contesto, hanno esclusivamente una valenza di natura paesaggistica». La presenza in Val di Magra dello sgradito ospite è stata notificata alla Commissione europea i il 20 dicembre scorso.
Chi è l’Aleurocanthus spiniferus? Un insetto lungo un paio di millimetri, capace di brevi voli a zig-zag. Ha ali grigie con piccole macchie bianche ricoperte da polverina cerosa. Ed è fitofago: si nutre di piante di vario genere, danneggiandole. Se l’infestazione è massiva può anche causarne la morte. Ricopre la superficie di foglie e frutti di melata zuccherina, con conseguente sviluppo di fumaggine (funghi saprofiti sulla superficie dei vegetali), riduzione della respirazione e della fotosintesi. Piante e frutti diventano quanto meno antiestetici e non commerciabili. Nei casi più gravi il fogliame può cadere e essere ridotta l’allegagione (lo sviluppo dei frutti dopo la fioritura) fino alla possibilità di morte della pianta. Predilige le piante di agrumi (limone, arancio, mandarino...) ma non disdegna altre tipologie come vite, melo, pero, ciliegio e altri alberi da frutto oltre a piante ornamentali quali rosa, magnolia e così via.
Molto dannoso, è considerato dalla normativa europea come parassita da quarantena e inserito nella lista A2 dell’Eppo, l’organizzazione europea per la protezione delle piante. C’è l’obbligo di segnalarlo al servizio fitosanitario di competenza.