Théotime Langlois de Swart (violino), Sophie de Bardonnèche (violino), Hanna Salzenstein (violoncello) e Justin Taylor (clavicembalo): sono le quattro anime dell’ensemble francese Le Consort, che questa sera al teatro Impavidi di Sarzana (inizio ore 20.45), sarà protagonista di uno speciale concerto dedicato alla musica barocca, inserito nel programma della rassegna "Concerti a teatro". È Taylor a raccontare la storia e le peculiarità di una formazione capace di guardare indietro e parlare ad ogni generazione.
Vivacità, freschezza, modernità di esecuzione sono indicate come le vostre prinicipali caratteristiche: siete d’accordo con questo ritratto?
"Sì, cerchiamo di comunicare una musica di 300 anni al pubblico di oggi. In quanto musicisti "storicamente informati", abbiamo letto molto e cercato come questa musica si interpretava nel 17mo e 18mo secolo; il nostro ruolo è incorporare questa conoscenza nelle nostre esecuzioni e interpretare questa musica in modo naturale e spontaneo".
Justin, come si è avvicinato a questa musica e com’è nato il vostro ensemble?
"Ho scoperto il clavicembalo a nove anni e da allora lo suono: è come una lingua madre per me. Ci siamo tutti incontrati al conservatorio di Parigi durante i nostri studi e l’ensemble è nato dalla voglia di suonare tutti e quattro insieme".
Chi siete e qual è la sintesi fra voi?
"Siamo quattro musicisti francesi venuti dai quattro angoli del paese e ora viviamo tutti e quattro a Parigi. In ciascuna delle nostre prove e ogni concerto, lavoriamo su un suono comune, un’alchimia sonora che creiamo tra noi quattro".
Siete ambasciatori della musica barocca: se doveste spiegare a chi non la conosce perché non si debbano perdere nelle sue note, cosa gli direste? E qual è la vostra interpretazione - "personale, dinamica e colorata" del genere, come si può leggere sul vostro sito internet?
"La musica barocca è uno dei generi della musica classica più vicini alle emozioni umane che sentiamo tutti: ogni pezzo è uno stato d’animo, come la gioia, l’entusiasmo, ma anche la tristezza…ecco cosa rende la nostra così commovente, anche oggi. In ogni brano, cerchiamo atmosfere, contrasti, spontaneità che ci permettano di includere il pubblico nelle nostre interpretazioni".
Riuscite a catturare anche i giovani con un genere non mainstream per questa fascia d’età: viaggiando per l’Europa noti una risposta diversa a seconda del Paese?
"Il nostro pubblico non ha la stessa età di quello della musica pop, ma lavoriamo intensamente per far conoscere questa musica alle nuove generazioni, attraverso programmi educativi per le classi primarie e progetti pedagogici. Certo, ogni popolo ha le sue abitudini in tema di concerti: nei Paesi Bassi, alcune persone li seguono con la partitura, gli italiani sono i più simpatici ed entusiasti".
Quale programma eseguirete a Sarzana?
"Proporremo un panorama di sonata in trio (il genere che facciamo), attraverso l’Europa : Francia, Germania, Inghilterra e… ovviamente l’Italia, culla del violino, della musica barocca e della musica che suoniamo"
Nel vostro repertorio, una grande attenzione è posta sulla ricerca e sull’interpretazione di brani di musica inedita: qual è l’importanza di un’attività di questo tipo? La musica continua a sorprendere?
"Assolutamente. A Sarzana, parte del programma sono sonate che noi stessi abbiamo riscoperto. Scoprire nuovi repertori e suonare per la prima volta opere scritte 300 anni fa è emozionante e commovente!".
Chiara Tenca