Il tempo delle parole e delle carte bollate è finito. Restano aperte le richieste dei comitati contrari al progetto e le verifiche dell’Autorità Nazionale anticorruzione chiamata al controllo della trasparenza della gara di assegnazione dell’appalto ma non sono questi gli ostacoli che possono frenare un treno già in ritardo nel percorso. La stazione di arrivo è fissata per il 2026, termine ultimo per non perdere i 40 milioni del Pnrr destinati alla realizzazione dell’impianto biodigestore dei rifiuti a Saliceti che tratterà la frazione organica trasformandola in compost e biometano.
Ieri al sopralluogo al cantiere hanno presenziato i vertici di Regione Liguria rappresentati dal presidente Giovanni Toti e dall’assessore Giacomo Raul Giampedrone, Pierluigi Peracchini presidente della Provincia, il commissario dell’Agenzia Regionale Ligure per i rifiuti Monica Giuliano, l’amministratore delegato di Iren Paolo Emilio Signorini, il sindaco di Vezzano Ligure Massimo Bertoni, oltre ai tecnici regionali e i responsabili di Re.Cos, società che realizzerà l’impianto col socio tecnico operativo Ladurner. Partendo dalle date elencate da Luca Piccioli presidente Re.Cos indicanti il tempo trascorso tra aprile 2021, data di pubblicazione del decreto di autorizzazione della Regione, e la consegna dei lavori avvenuta tre anni dopo non sono mancate le stoccate da parte del governatore Toti e dall’assessore Giampedrone.
"Abbiamo ereditato – hanno sottolineato – una gestione dei rifiuti arcaica e medievale secondo il giudizio della commissione bicamerale di inchiesta. Ci siamo imposti di uscire dall’emergenza per arrivare alla conclusione del ciclo dei rifiuti nel rispetto del senso civico che va oltre qualsiasi colore politico. Avremmo anche potuto fermarci di fronte ai ricorsi e alle proteste ma coerentemente con la volonttà di dare modernità alla nostra Regione siamo andati avanti certi del beneficio e risparmio che la collettività avrebbe ottenuto dal progetto. Possiamo anche comprendere i comitati ambientali, quelli pronti a bloccare ogni forma di progresso che sia porto, ferrovia, autostrada, impianto dei rifiuti ma non certo l’atteggiamento della politica e soprattutto la volontà di bloccare un finanziamento da 40 milioni di euro".
E tra le forze politiche che hanno sempre fatto resistenza al progetto era presente Massimo Bertoni sindaco di Vezzano che ha accettato i verdetti dei Tribunali e ribadito la contrarietà al progetto dettata dalla tutela del territorio già particolarmente segnato da infrastrutture impattanti. Assente invece la collega santostefanese Paola Sisti. Una volta entrato a pieno regime il biodigestore, realizzato a fianco dell’impianto Tmb dei rifiuti indifferenziati già in funzione, consentirà la chiusura del ciclo dei rifiuti trasformando la frazione umida dei rifiuti oltre agli sfalci e potature producendo compost per l’agricoltura e 6 milioni di metri cubi di biometano. Sono calcolate 60 mila tonnellate di materiale all’anno proveniente dalla Provincia e Tigullio.
All’esterno dell’area cantiere si è presentato qualche rappresentante dei comitati ambientali ma tutto si è svolto senza nessuna tensione.
Massimo Merluzzi