MARIACRISTINA SABATINI
Cronaca

Abita a Sarzana l’esperto mondiale di armi antiche: “Ho portato qui principi arabi e oligarchi”

Michael Czerny della Czerny’s International Auction House è tra i massimi professionisti del settore. I clienti provengono quasi tutti dall’estero

Michael Czerny con alcune armi antiche

Sarzana, 6 dicembre 2023 – Con quasi 45 anni di esperienza sulle spalle e più di 25 mila clienti in tutto il mondo, Michael Czerny, presidente e socio fondatore della Czerny’s International Auction House è uno dei massimi esperti di armi antiche a livello internazionale. Dal 1999, l’imprenditore di Monaco di Baviera ha scelto di stabilire la sede della sua casa d’aste a Sarzana. Una decisione dettata dal cuore e dall’amore per il nostro Paese che ha contribuito a portare in città una clientela di alto livello.

Come mai ha scelto di stabilire la sua casa d’aste proprio a Sarzana?

"Ho avuto sempre il desiderio di venire a vivere in Italia. I miei genitori mi portavano qui da piccolino, ho alcune foto che mi ritraggono nel 1957 a Fiascherino. Così, quando ho venduto la mia casa d’aste a Monaco di Baviera, nel 1995 ne ho aperta una a Trento. Poi, visto che ero sposato con una ragazza di Sarzana e ogni volta per andare e tornare dovevo farmi 700 km, ho chiuso Trento e ho deciso di aprire qui. Era il 1999. La città ci ha accolto volentieri. Portiamo molte persone da fuori. Possiamo dire di aver contribuito a rendere Sarzana nota al mondo. I nostri clienti provengono per il 90% dall’estero, dove siamo molto conosciuti. A Sarzana sono venuti principi arabi e oligarchi".

Quante aste organizzate in un anno?

"Siamo una delle poche case d’aste al mondo, specializzate esclusivamente in armi antiche. Siamo arrivati anche a fare 10-11 aste in un anno, un numero elevatissimo. Nelle ultime 10 aste abbiamo venduto almeno il 90% degli oggetti presentati, in due o tre casi siamo arrivati al 100%. Devo dire che siamo abbastanza bravi".

Chiunque può partecipare?

"Certamente, sono normali aste pubbliche ma se si desidera acquistare ad esempio delle pistole antiche, o delle spade, in Italia occorre possedere una licenza da collezione. Abbiamo una normativa in materia molto vecchia. Nel resto del mondo le armi antiche sono libere. Sono pezzi di antiquariato. Ovviamente, all’estero sono considerate, come qualsiasi oggetto che può ferire, armi improprie, non è possibile andarci in giro".

Quando si può definire antica un’arma?

"In Italia è considerata antica un’arma prodotta o di modello prima del 1890. Se risalente al 1891 non puoi venderla all’asta ma solo in armeria, mentre nel resto del mondo è possibile".

Mi diceva che il 90% dei clienti sono esteri, ma ne avete anche del territorio?

"Sì, avevamo qualche fornitore e anche qualche compratore, ma essendo una piccola città, portiamo qui, soprattutto, gente da fuori. Oggi un pochino meno, perché da quando c’è internet tante cose si fanno on line".

Secondo lei, da quando ha iniziato ad oggi, l’interesse per le armi antiche è rimasto costante?

"Sì, l’interesse è rimasto costante, è la modalità di manifestarlo che è cambiata. Il mondo delle armi antiche è vastissimo, è uno studio che non si esaurisce mai. Io ancora oggi imparo. Prima, ogni collezionista si specializzava in uno o due campi e sapeva tutto. Oggi, invece, la conoscenza, spesso, ma non sempre, è molto più superficiale. L’arma antica viene vista, sempre più, per la sua bellezza estetica, come investimento o come arredo. Ci sono architetti che mi hanno chiesto armi antiche per arredare abitazioni".

Tra i vostri clienti avete anche dei musei?

"Abbiamo venduto armi antiche in tutto il mondo, a tutti i musei, come il Metropolitan, al Museo della Torre di Londra o del Bargello di Firenze".

Perché ha deciso di specializzarsi in armi antiche?

"In Germania studiavo medicina e visto che non provengo da una famiglia agiata, per mantenermi lavoravo in una casa d’aste a Monaco di Baviera, che aveva anche un negozio specializzato in armi antiche. Ero bravo e sono riuscito a raddoppiare le vendite. Quando il proprietario ha deciso di lasciare l’attività, ha chiesto a due impiegati della casa d’aste se avessero voluto acquistarla e loro mi hanno proposto di diventare socio. Ho accettato. Mentre lavoravo, leggevo, capivo, imparavo e così, nel tempo, sono divenuto uno degli esperti del campo più noti in Europa".