CHIARA TENCA
Cronaca

Atleta azzurro e poi tecnico . Riconoscimento a Lino Borello per il quarantennale del Master

Premiato da Federnuoto a Riccione tramite la gloria tricolore Massimiliano Rosolino. Il campionato sua ”creatura” debuttò il 23 giugno 1984 nella piscina di Albaro a Genova.

Atleta azzurro e poi tecnico . Riconoscimento a Lino Borello per il quarantennale del Master

Atleta azzurro e poi tecnico . Riconoscimento a Lino Borello per il quarantennale del Master

Ogni mattina, quando le condizioni meteomarine lo permettono, fa il bagno nelle acque della sua Vernazza: il borgo delle Cinque Terre di cui è originario e da cui ha preso spesso il via per ogni angolo del mondo, a suon di bracciate. Dapprima atleta azzurro, poi tecnico dalla carriera sfolgorante, Lino Borello ha da poco centrato un altro traguardo e un record: è stato premiato dalla Federnuoto per il quarantennale della sua creatura, il campionato master, che debuttò il 23 giugno 1984 nella piscina di Albaro a Genova. È stata la gloria tricolore Massimiliano Rosolino a consegnargli il premio a Riccione, proprio in occasione degli Italiani master 2024, ma anche in quest’occasione Borello è riuscito a stupire: insieme a Giovanni Gattorna, Antonio Castro e Paolo Galbusera, squadra della Sportiva Sturla, ha trionfato e stabilito il primato nazionale nella 4x50.

"In realtà siamo partiti quasi cinquant’anni fa: era il 1975 – racconta – mi è venuta quest’idea perché dopo le gare, quando si smetteva l’attività agonistica ci si perdeva di vista. Così, ho trovato un modo per fare delle competizioni parallele, che continuassero a farci incontrare. Il nome mi è venuto qualche anno dopo proprio a Vernazza: è entrata porto una barca a vela con un anziano a bordo con la barba e la pipa, come se fosse il protagonista de "Il vecchio e il mare" e a poppa c’era scritto "Master", così mi sono ispirato".

La prima gara organizzata con la Sportiva Sturla, dove approdò nel 1973, è stata disputata il 19 ottobre 1975 e solo nove anni dopo i master sono entrati nel circuito Federnuoto; inizialmente le categorie erano suddivise ogni dieci anni di età degli atleti, poi si è optato per ridurle a cinque, in modo tale da rendere più omogeneo il livello. Il movimento è oggi nutrito: erano oltre 3mila i tesserati iscritti agli Italiani di Riccione, un piccolo esercito di sportivi che non ne vogliono sapere di lasciare il cloro e si cimentano ad ogni età con il brivido delle gare. "Io non lo avevo fatto tanto per me, ma per attutire il distacco da queste persone con cui condividevamo corsie e alberghi: l’idea di non trovarci più non mi piaceva e quando ho iniziato con il primo meeting delle vecchie glorie, quindi un circuito ancora ufficioso, vennero tutti".

Una vita e una carriera sportiva incredibili: nuotatore con 15 presenze in Nazionale, tecnico ai centri Coni di Roma, Genova, Firenze, lunghi anni alla Sportiva Sturla (attuale club), due all’Amatori Savona, 25 da direttore tecnico della Rari Nantes Spezia, dal 1982 al 1986 allenatore della Nazionale Italiana e Olimpica a Los Angeles, presenza degli atleti da lui allenati in alcune delle principali competizioni internazionali: Coppa Latina, Giochi del Mediterraneo, Universiadi, Campionati Europei e Mondiali e i Giochi a Cinque Cerchi. E non sono mancate esperienze come il tour negli Stati Uniti per studiare le tecniche organizzato dalla Federazione, la lezione di Doc Counsilman, il leggendario allenatore di Mark Spitz e ancora il collegiale della Nazionale di nuoto di fondo, che parteciparono anche alla Coppa Byron, fra Lerici e le Cinque Terre, di cui curò la regia.

Alcuni momenti della sua avventura umana e sportiva s’intrecciano con la storia: scampò per puro caso alla strage di Brema, la Superga del nuoto italiano, e rifiutò, nonostante tutte le soddisfazioni, un’onorificenza dello Stato perché "non credo molto in queste cose". Il suo valore, al di là dei risultato, venne riconosciuto anche dai colleghi: l’associazione nazionale allenatori nel 1984 gli assegnò il premio di miglior tecnico italiano. "Se rinascessi un’altra volta, farei la stessa vita e le stesse scelte: ho dato tanto, ma ho avuto davvero molte soddisfazioni".