Autovelox non omologato, il Comune di Arcola si affida a un legale

“Certificazioni presentate agli uffici, anche noi siamo parte lesa”. Rischio ricorso per le sanzioni notificate e non ancora pagate

Ad Arcola sono stati posti sotto sequestro due dispositivi (foto di repertorio)

Ad Arcola sono stati posti sotto sequestro due dispositivi (foto di repertorio)

Arcola (La Spezia), 31 luglio 2024 – Un fulmine a ciel sereno, che ora però potrebbe portare a una pioggia di ricorsi. La vicenda degli autovelox ’spenti’ dalla Procura perché non omologati ’agita’ l’amministrazione comunale di Arcola, che pur non avendo responsabilità sulla vicenda ha intenzione di vederci chiaro: in questo senso va letto l’incontro che si terrà nei prossimi giorni con un legale, con il quale saranno affrontati non solo il tema più stringente dei rapporti con la società che ha fornito i dispotici, ma anche quello delle sanzioni frutto dell’attività di controllo dei due dispositivi dall’altro ieri posti sotto sequestro preventivo dalla procura di Cosenza: quello installato da circa due anni sull’Aurelia al Ponte di Arcola, e quello sulla statatle 432 a Romito Magra, nei pressi del campo sportivo, attivato da poco più di un mese. Entrambi i T-exspeed v 2.0 sono stati forniti a noleggio (per 60 mesi) dalla società finita nel mirino della magistratura calabrese, il cui rappresentante legale della società è stato denunciato a piede libero per frode nella pubblica fornitura.

Dalle indagini della Polstrada sarebbe emersa non solo la mancata omologazione, ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento: il prototipo depositato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sarebbe risultato differente dalla versione modificata che la società ha fornito, in un secondo momento, ai Comuni. L’amministrazione comunale di Arcola ieri ha diffuso una nota nella quale, ripercorrendo la vicenda del sequestro preventivo dei due rilevatori di velocità, sottolinea che "il Comune risulta, assieme a numerosi comuni di ogni parte d’Italia, come parte lesa per frode subita per una presunta fornitura di strumentazioni con difetto, non nel funzionamento, ma nelle procedure di omologazione-approvazione da parte delle ditte fornitrici e produttrici. Per tale omologazione degli strumenti forniti, come previsto dalla normativa, erano state presentate al Comune, a seguito dell’aggiudicazione, le relative certificazioni. L’amministrazione – si legge nella nota – è parte lesa della vicenda e si è quindi subito attivata per valutare tutte le opportune azioni legali a fronte delle problematiche che tale provvedimento può causare all’ente e le azioni operative finalizzate alla tutela della sicurezza della circolazione stradale, alla quale contribuivano attivamente i due rilevatori di velocità da oggi non più in funzione". Il Comune infatti sottolinea che sulle stradelungo cui erano stati installati i dispositivi "negli anni passati si sono riscontrati numerosi e gravi incidenti stradali e la cui installazione fu fortemente richiesta anche dai cittadini residenti".

I nodi da sciogliere, per il Comune, sono sostanzialmente due. Il primo riguarda la sicurezza stradale, in quanto lo spegnimento dei dispositivi fa venire meno l’azione deterrente lungo le due trafficate arterie, sulle quali l’alta velocità rischia di tornare a essere una costante. Il secondo riguarda le multe recapitate agli automobilisti e non ancora pagate, che allo stato potrebbero essere ’esposte’ al r ischio di annullamento in caso di ricorso. Non sarebbero poche, se si pensa che dal solo velox del Ponte di Arcola vengono ricavate una ventina di sanzioni al giorno. Una situazione che peraltro potrebbe ripercuotersi anche sul bilancio comunale: le cifre ipotizzate dall’amministrazione a inizio anno relativamente agli introiti derivanti da sanzioni per violazioni al Codice della strada (fissate sulla base degli incassi degli ultimi anni) potrebbero non essere raggiunte, obbligando così l’amministrazione comunale non solo a manovrine di bilancio per far fronte ai minoti introiti, ma anche a ridurre quegli interventi di manutenzione stradale finanziati direttamente – come prevede la legge – dalle multe incassate.