MARIANNA GRAZI
Cronaca

Barbero-show al Festival della Mente di Sarzana. Folla in piazza per la lectio magistralis sul delitto Matteotti

Lo storico racconta le vicende di quei giorni ricordando i protagonisti dell’episodio che ha segnato l’avvento del fascismo al potere totalitario

Sarzana (La Spezia), 31 agosto 2024 – Il delitto Matteotti, a cento anni di distanza, rivive a Sarzana grazie alla voce di Alessandro Barbero. Tutto pieno in piazza a Sarzana, la stessa piazza che porta il. Nome dell’antifascista di cui si parla nella lectio magistralis che ha fatto sold out dopo pochissimi minuti dall’apertura del portale per l’acquisto dei biglietti.

Alessandro Barbero sul palco di Sarzana
Alessandro Barbero sul palco di Sarzana

Oltre ai centinaia seduti all’interno dello spazio allestito sono tanti, tantissimi i presenti anche fuori dal padiglione nel centro della cittadina ligure per l’appuntamento più sentito del Festival della Mente, in programma fino a domani, 1° settembre. Nonostante il caldo serale di fine agosto – in molti armati di ventaglio o piccoli ventilatori – il pubblico presente conta centinaia di persone, tra cui giovanissimi, che ascoltano incantati lo storico ripercorrere uno degli episodi più significativi e clamorosi del Ventennio fascista, il delitto del deputato Giacomo Matteotti, di cui lo scorso giugno si è ‘festeggiato’ il centenario.

Mussolini, Turati, Dumini, Ross, Finzi, Volpi. Barbero racconta le vicende di quei giorni ricordando i protagonisti di quell’episodio che ha segnato di fatto l’avvento del Fascismo al potere totalitario. "Attenti, il discorso di Matteotti alla Camera era stato la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, per questo dai vertici del regime si ordina che venga fatto sparire. Chi lo ordina? Il Duce o i suoi sottoposti si muovono di loro spontanea volontà? Vi piacerebbe, come piacerebbe a me, sapere se Mussolini lo avesse ordinato. Gli storici sono convinti che perlomeno sapesse, ma la prova provata che abbia detto ‘Fatemelo fuori’ non c’è - dice Barbero - ma c’è un dettaglio: ancora vent’anni dopo a Salò a un giornalista dice: ‘ Io non sapevo e non c’entravo niente’. Era ossessionato da questa cosa e voleva che si pensasse che non c’entrasse niente. Stava cercando di costruire la sua immagine futura”.

"Pochi giorni dopo il delitto, avvenuto il 10 giugno, Mussolini inizia anche a farsi il vuoto intorno perché vuole scaricare qualsiasi sospetto su di lui, cerca capri espiatori. Fa dimettere Rossi e Finzi, che però scrivono dei memoriali in cui attribuiscono le responsabilità ultima a Mussolini. Stessa cosa farà anche Filippelli. Nessuno, nel frattempo, sa cosa sia successo a Giacomo Matteotti, Dumini ha affermato che ‘è morto in macchina’ ma il corpo non si è ancora trovato e la verità è ben lontana. Nel Paese c’è tensione, nel mondo politico c’è panico, Mussolini è costretto a giustificarsi e a difendersi ogni giorno alla Camera, c’è chi inizia a dubitare di lui anche nella Destra e nel partito, ma il 16 giugno ci fu “il voto prudente e patriottico”(parola di Benedetto Croce) di fiducia al Duce e al suo governo, praticamente all’unanimità. Si temeva la rivoluzione. L’opposizione si astiene dai lavori della Camera, è la secessione dell’Aventino, la decisione più drammatica illudendosi che così l’esecutivo non sarebbe potuto andare avanti. Non sarà così, lo ha dimostrato la storia. “Il Regime non si processa” dirà Mussolini. Sappiamo poi com’è andata: il cadavere, ormai decomposto di Giacomo Matteotti verrà ritrovato in agosto. Il 3 gennaio del ’25 fa il famoso discorso ai deputati fascisti e al pistone, in cui si assume la “responsabilità politica, morale e storica di ciò che è avvenuto. Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere io sono stato il capo di questa associazione”.

È l’anno delle Leggi Fascistissime, quello del processo (in cui a difendere Dumini è nientemeno che Farinacei), ai quattro esecutori, quello dell’amnistia che li fa uscire dal carcere. I presenti al Festival della Mente ridono al sarcasmo e ai sorrisi dello storico, che nonostante la lezione duri circa un’ora e mezzo non perde mai l’entusiasmo coinvolgente che lo caratterizza. La lezione del professore, amatissimo da grandi e piccini, capace di conquistare platee molto diverse e tramite canali altrettanto differenti, dai social ai palchi dei festival più prestigiosi, è stata più volte interrotta dagli applausi, che sul finale durano alcuni minuti, in un omaggio allo storico più amato d’Italia. "Quest'anno se n'è parlato tanto, di Matteotti, tanto da far credere che si possa provare gratitudine verso chi si è fatto ammazzare per l'Italia. Io spero che sia vero", conclude Barbero.

Domenica 1° settembre, ultimo giorno del festival, la replica della lezione su Matteotti, disponibile anche in streaming.