ELENA SACCHELLI
Cronaca

"Bella un’orchestra che ama il suo lavoro"

Non ha ancora 30 anni, ma una sfilza di successi professionali alle spalle. Diego Ceretta, classe 1996, questa sera...

Il pianista Federico Colli

Il pianista Federico Colli

Non ha ancora 30 anni, ma una sfilza di successi professionali alle spalle. Diego Ceretta, classe 1996, questa sera dirigerà l’Orchestra Della Toscana, per un appuntamento da non perdere al teatro Impavidi.

Diego, ci sono stati nella tua carriera dei momenti in cui hai capito di essere arrivato esattamente dove avresti voluto?

"Credo sia ancora troppo presto per pensare di aver raggiunto dei traguardi carrieristici come li avevo immaginati. Ci sono obiettivi che si sono avverati, primo fra tutti una posizione stabile all’interno di un’orchestra che ama fare il suo lavoro e composta da persone che amano cercare di migliorarsi ogni giorno. Ora penso più a realizzare bene i miei impegni artistici, cercando di renderli il più fedeli possibile alla mia visione maturata durante lo studio. In questo sì, ci sono state occasioni in cui mi sono ritenuto davvero soddisfatto del lavoro svolto e del risultato ottenuto".

Quando hai capito che da grande avresti voluto dirigere un’orchestra?

"Non c’è stato un vero momento di svolta, l’amore per l’orchestra - intesa come gruppo di musicisti - è sempre stato presente fin dalla mia infanzia, quello per la bacchetta è stato più graduale. Ne sono sempre stato attratto, all’inizio in modo inconsapevole, poi quell’amore si è fatto vivido. Le idee mi si sono chiarite intorno ai 14 anni".

Oggi un programma che unisce il Romanticismo tedesco e il Novecento, con al centro il Concerto per Pianoforte di Schumann. Cosa aspettarci?

"Cinque anni di composizione per Schumann e 30 per Schönberg, mi sembra facciano una bella accoppiata! Per il Concerto per Pianoforte, con Federico Colli abbiamo cercato di impostare una lettura che tenesse conto il più possibile delle indicazioni agogiche del compositore. Sembra una piccolezza, ma svolta drasticamente l’idea interpretativa musicale. Il primo movimento diventa un bollore continuo di invenzione melodica su uno stesso tema, il secondo una piccola isola felice nella quale abbandonarsi a qualche sogno piacevole, per concludere con un terzo movimento in un certo senso anticlimatico, trattenuto".

Elena Sacchelli