REDAZIONE SARZANA

Biodigestore, i lavori procedono. Ma c’è chi ancora non si arrende

Cantiere aperto nell’area di Saliceti tra Vezzano e Santo Stefano: collaudo previsto nel giugno 2026

Il rendering del nuovo impianto di trattamento dei rifiuti. organici che sorgerà accanto allo stabilimento già esistente che trasforma i rifiuti non riciclabili in combustibile solido; a destra, Signorini, Peracchini e Toti e, sotto, Bertolini di Iren (fotoservizio Pasquali)

Il rendering del nuovo impianto di trattamento dei rifiuti. organici che sorgerà accanto allo stabilimento già esistente che trasforma i rifiuti non riciclabili in combustibile solido; a destra, Signorini, Peracchini e Toti e, sotto, Bertolini di Iren (fotoservizio Pasquali)

Vezzano, 18 dicembre 2024 – Non sono bastate le lotte, non sono serviti i tanti ’no’ anche da parte delle amministrazioni comunali. L’impianto a quanto pare si farà. Ma le azioni di protesta di certo non sono ancora sedate. Nonostante il biodigestore cominci a prendere forma – nell’area di Saliceti dove sarà innalzato c’è infatti un cantiere ormai avviato –, i comitati e una parte della politica cercano ancora di opporsi.

I giochi però sembrano essere fatti, l’impianto di cui anni indietro era in discussione il luogo, con una partita giocata tra Boscalino, nel comune di Arcola, e Saliceti comune di Vezzano, sarà sul territorio vezzanese al confine con quello del Comune di Santo Stefano, per consentire la sinergia gestionale con l’impianto di trattamento dei rifiuti indifferenziati già operativo nella stessa area.

Non è servito neppure il fatto che siano state ventilate delle soluzioni alternative proposte, nel corso del tempo, dai Comitati, come la realizzazione – al posto del biodigestore – di un parco fotovoltaico con accumulo in grado di produrre all’anno 16,9 Gwh e la realizzazione di impianti di compostaggio aerobici sul territorio ma approfittando di zone dismesse, lontane dai centri abitati.

Dedicato al trattamento e recupero dei rifiuti differenziati organici, con produzione di compost e biometano, l’impianto, progettato da Recos, ha ottenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica un contributo a valere sulle risorse del Pnrr di 40 milioni di euro: l’importo totale dei lavori è stimato a quota 70 milioni di euro, e il crono programma prevede 640 giorni di lavori per la costruzione. Poco meno di due anni di opere per tagliare il nastro a marzo del 2026 ed eseguire il collaudo a giugno dello stesso anno. Questa era la tempistica emersa nel corso dell’ultimo sopralluogo svolto dai vertici e dei tecnici di Regione Liguria al cantiere.

L’impianto, gestito da Iren, come preventivato riceverà ogni anno 60 mila tonnellate di rifiuto organico dalla provincia della Spezia e dal Tigullio, che saranno trasformate in compost e in biometano.

Tutto questo avviene mentre subisce invece un primo colpo un altro biodigestore sul territorio regionale: il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha revocato il contributo di 6 milioni di euro alla Provincia di Imperia per il finanziamento della linea destinata al trattamento della frazione verde e organica del biodigestore da costruire a Taggia, in quanto, è la motivazione del ministero, progetto diverso da quello presentato. Una questione di difformità di progetto sul biodigestore di Saliceti era stata avanzata anche dai comitati cittadini de territorio spezzino la scorsa estate, con cui chiedevano il blocco del progetto. Ad ora però la costruzione procede.

Cristina Guala