ELENA SACCHELLI
Cronaca

Carlo Rampi il “non fascista” "Rispetto di Istituzioni e democrazia sono per me principi non negoziabili"

Vicesindaco dopo 22 anni da consigliere di opposizione ha le idee chiare sulle sue deleghe di assessore "Non sarà facile, con l’aumento dei costi e l’impennata dei tassi, mantenere invariata la pressione fiscale".

Carlo Rampi il “non fascista” "Rispetto di Istituzioni e democrazia sono per me principi non negoziabili"

di Elena Sacchelli

Dopo 27 anni ininterrotti da consigliere comunale, di cui 22 all’opposizione e 5 in maggioranza nel ruolo di presidente, l’avvocato Carlo Rampi è vicesindaco della giunta Ponzanelli bis. A lui anche deleghe tutt’altro che secondarie. Con alcune domande (e non ne ha elusa nessuna) abbiamo cercato di capire come intende gestirle.

Avvocato Rampi, dato l’esito delle elezioni e l’ottimo risultato suo personale e di Fratelli d’Italia, se lo aspettava?

"La riconferma, netta, è per una maggioranza la più grande delle soddisfazioni. FdI ha contribuito in modo significativo al successo e l’elezione di 3 consiglieri è eclatante. Io ero lì, un po’ memoria storica della lotta per l’alternativa, un po’ vecchio saggio della coalizione. Da qui, credo, la scelta del sindaco, a cui va la mia riconoscenza per la fiducia. Di scontato, in politica, non c’è nulla".

Lei si definisce fascista, ex fascista o post fascista? Battuta a parte, le sue radici politiche sono nella fiamma tricolore di Giorgio Almirante, giusto?

"Non mi sono mai sottratto al tema e neppure mai adombrato per una battuta. Quelle che mi propone sono definizioni e schemi superati. Mi definirei semplicemente non fascista (né ex, né post e neppure neo). Il rispetto delle Istituzioni e delle regole democratiche è per me un principio non negoziabile. Lo è sempre stato. Il fascismo era finito 21 anni prima che nascessi. Era già storia. Sì, sono orgogliosamente di destra, lo sono sempre stato. La mia esperienza politica è nata nel Fronte della Gioventù spezzino, proseguita nel Fronte universitario di Genova e nel Msi quindi in An e nella Destra di Storace. Ora sono entusiasta della mia appartenenza a Fd’I e del mio leader, il presidente del consiglio Giorgia Meloni. La Fiamma Tricolore è per me simbolo meraviglioso, non smetterà mai di ardere nel mio cuore. Giorgio Almirante: uomo e politico immenso, sono onorato di avergli stretto la mano".

A lei diverse deleghe tutt’altro che leggere, tra cui quella al bilancio. Crede che negli ultimi 5 anni sia stato fatto il possibile per risanare le casse di un ente indebitato all’osso?

"L’ultimo rendiconto approvato nella scorsa legislatura parlava da solo. E’ stata attuata una politica di bilancio oculata ed equilibrata. Di ciò va dato il merito a dirigenti e impiegati e alla sapiente regia dell’assessore Daniele Baroni. Vi è stato un efficace recupero di base imponibile sui tributi locali e un più prudente ricorso al credito. Non sarà facile per il Comune, con l’aumento dei costi delle forniture e dei servizi e l’impennata dei tassi di interesse sui mutui, mantenere invariata la pressione fiscale, come si è sostanzialmente riusciti a fare negli ultimi anni. Vogliamo perseguire è favorire una forte crescita economica attraendo nuovi investimenti".

Si è posto una soglia al di sotto della quale dovrebbe scendere il debito entro il 2028?

"Stiamo uscendo da un periodo di grave crisi economica indotta dalla pandemia e dalle ricadute del conflitto russo-ucraino. Non è il momento di penalizzare le opportunità di sviluppo con politiche di rigore finalizzate alla sola riduzione dell’indebitamento: l’economia locale ha ancora bisogno di stimoli. Il debito del Comune di ammonta a 29,3 milioni, con interessi passivi annui di 500 mila euro e una quota di rimborso di capitale di circa 1,5 milioni. L’incidenza degli interessi passivi sulle entrate correnti era pari a circa il 2%: con gli uffici stiamo verificando l’impatto che l’aumento del costo del denaro produrrà sul bilancio e gli eventuali correttivi da assumere in sede di assestamento. Non escludo la necessità di cofinanziare con ricorso al credito i tanti progetti di sviluppo del territorio. Prudentemente riterrei lusinghiero, nel rendiconto 2028, presentare al consiglio un residuo indebitamento dell’ordine dei 27 milioni".

L’urbanistica. La prima giunta Ponzanelli ha proceduto a colpi di varianti, in questa legislatura si arriverà all’adozione del Puc? E come inciderà questo su Marinella, già blindata dal progetto di rigenerazione urbana di Marinella spa?

"A colpi di varianti si procedeva quando il Prg, scaduto nel 2008, era ancora in vigore. Pensiamo al Botta, a piazza Martiri, al Masterplan Sarzana-Fiumaretta. Le varianti approvate negli ultimi 5 anni sono state in gran parte finalizzate alla realizzazione di opere infrastrutturali essenziali: scuole, ponti, rigenerazione urbana e non certo per realizzare centri commerciali. Per Marinella, il progetto di rigenerazione urbana, strettamente collegato al Pinqua, è uno strumento di pianificazione a sé, previsto da norme di legge e per sua natura in variante. Per la redazione effettiva del Puc occorrerà l’impegno assiduo di numerosi dipendenti dell’area tecnica, costituiti in ufficio di piano. Le risorse dei nostri uffici sono state assorbite negli ultimi anni dagli sforzi di progettazione di opere fondamentali. Si è trattato di una scelta di priorità. Ora, l’impegno è dotare l’ufficio tecnico di mezzi e personale necessari alla stesura del piano previo ascolto di cittadini, categorie e associazioni".

Politiche sanitarie. Si è sentito parlare spesso del rischio di chiusura del pronto soccorso del San Bartolomeo e del fatto che, dal Covid in poi, diverse prestazioni non sono state reintegrate. Qual’é la sua visione di sanità? La sanità pubblica locale va potenziata o quel che conta è che funzioni?

"Ho sentito tante cose, a proposito e a sproposito. Ho sentito serie riflessioni critiche sulle politiche sanitarie regionali e sulle loro ricadute locali, ma ho sentito anche sproloqui polemici volti solo a cercare di aizzare la popolazione contro le forze politiche che governano la Regione e le città che ospitano i nosocomi provinciali. Non si vede nell’immediato, e nelle carte del piano triennale regionale, quel progetto di ’dismissione’ del San Bartolomeo o di sua ’privatizzazione’ che alcuni profeti di sventura annunciavano. E neppure la ’chiusura del pronto soccorso’. Il che non significa che non ci siano problemi. Nell’ultima conferenza dei sindaci, l’assessore Gratarola ha dato ampie rassicurazioni sul futuro del San Bartolomeo. Ma la nostra volontà è incalzare Regione e Asl 5 perché si recuperi efficienza e qualità del servizio. La sanità è, e deve rimanere, pubblica e va potenziata. Il che non esclude forme virtuose di partenariato con i privati, sempre nell’interesse dei cittadini a un servizio gratuito sempre più efficiente".