ELENA SACCHELLI
Cronaca

Caro mensa, la protesta va avanti: pranzo al sacco davanti al Comune

Il gesto dimostrativo di un gruppo di genitori contrari alla decisione della giunta di Santo Stefano Magra. “Costo salito fino a 7,20 euro a pasto e comunicazione arrivata in ritardo. La scuola trovi una soluzione”

La protesta delle mamme davanti al Comune (foto Massimo Pasquali)

La protesta delle mamme davanti al Comune (foto Massimo Pasquali)

Santo Stefano Magra (La Spezia), 2 ottobre 2024 – L’appuntamento era fissato per le 13, davanti all’ingresso del palazzo del municipio di piazza Matteotti. Quello organizzato dai genitori degli alunni che frequentano l’istituto Fermi è stato un atto dimostrativo per protestare contro il rincaro del servizio mensa in atto nel Comune di Santo Stefano Magra e in particolare per esprimere dissenso verso il ritardo con cui l’aumento è stato comunicato alle famiglie. Si aspettavano una partecipazione maggiore le 6 mamme che hanno portato i propri figli a consumare il pasto, portato da casa, di fronte al Comune. A pesare sulle aspettative deluse degli organizzatori del presidio, complice l’orario scomodo e la pioggia di ieri, è stata anche l’assenza dei genitori della scuola di Belaso la più colpita (per i cinque rientri settimanali) dalla decisione approvata dall’amministrazione comunale lo scorso marzo: decisione resa nota ai genitori soltanto a pochi giorni dall’inizio del servizio mensa, arrivato a un massimale di 7,20 euro a pasto. “Stiamo combattendo per gli altri – spiega Michela Bellé – e anche se qui non siamo molti, sono tanti i genitori che continuano ad opporsi alla scelta di aumentare il prezzo della mensa: lo fanno non lasciando mangiare i bambini a scuola, ma andando a prenderli quando possibile”. In corso nelle chat delle varie classi ci sarebbero dei sondaggi per comprendere quale sia l’orientamento diffuso fra i genitori per poter arrivare, si spera nei primi mesi del 2025, a calmierare i costi del servizio. Fra questi quello relativo all’abbassamento della percentuale di biologico nei pasti. “In vista del consiglio di istituto che dovrebbe esserci a novembre – aggiunge Emanuela Pintus – speriamo che ci consentano di far mangiare i bambini in classe. Ci piacerebbe che sia la scuola a fornirci una soluzione in attesa della scadenza del contratto con l’attuale gestore e che, una volta cessato, si arrivi a un ridimensionamento dei costi”.

Non è scontato che chi iscriva i propri figli al tempo pieno possa fare a meno di usufruire della mensa scolastica: il principale problema tirato in ballo dai genitori (messi davanti non a un’ipotesi ma una decisione già preconfezionata che pesa sulle famiglie) è proprio questo. Ma c’è anche una questione di natura più tecnica da risolvere. “Anche se un bambino è assente da scuola – aggiunge Sonia Cusimano – noi genitori ogni mattina dobbiamo mandare, entro un certo orario, una dichiarazione, altrimenti il costo del pasto ci viene comunque addebitato. Ci era stata promessa una app per facilitare questo tipo di comunicazione fra famiglie e scuola, che al momento però non è stata ancora attivata”.