Villafranca in Lunigiana, 14 ottobre 2018 - Barani condannato. La Corte d’Appello di Genova ha ribaltato la sentenza di primo grado, sul caso dei doppi rimborsi al Comune di Villafranca, condannando l’ex senatore a 3 anni, 2 mesi e 27 giorni di reclusione; condannato anche l’ex dirigente dell’ufficio finanze di Villafranca, Alfeo Bragani, a 2 anni e 27 giorni. Sono state confermate invece le assoluzioni per gli altri imputati: l’ex portaborse di Barani ed ex consigliere comunale Oscar Romiti, e gli ex assessori Fabio Locciola e Franchino Bassignani.
In primo grado, il tribunale di Massa, aveva assolto tutti con formula piena, perchè il fatto non sussiste. La vicenda si riferisce a quando l’ex parlamenare era sindaco di Villafranca. L’accusa per tutti è di peculato. Il pm, il procuratore capo Aldo Giubilaro, aveva chiesto condanne severe. Ma il giudice collegiale (Sgambati, Trinci e Biasiotti) dette ragione alla difesa. L’ex senatore Barani e Bragani sono difesi da Gianpaolo Carabelli, foro di La Spezia, dello studio Valettini di Aulla, Romiti da Luca Pietrini del foro di Massa, Locciola e Bassignani dall’avvocato Andrea Corradino del foro di La Spezia. L’inchiesta della procura di Massa aveva preso le mosse nel 2010 dopo un esposto alla Corte dei Conti di Firenze che avrebbe rilevato movimenti di denaro sospetto dal Comune lunigianese quando era sindaco Barani. Tra i fatti contestati, rimborsi spese per trasferte, secondo le accuse non istituzionali, oppure doppi rimborsi a beneficio di Barani da parte sia del Comune che del Parlamento.
Un totale di circa 12mila euro. Gli episodi contestati si riferiscono al periodo 2007-2009 quando il sindaco era già stato eletto deputato, la prima volta alla Camera nel 2006 nella lista Dc per le autonomie-Nuovo Psi. Un’altra delle contestazioni dell’accusa si riferisce al 2007 quando Barani, assieme agli altri quattro imputati, avrebbe partecipato a un evento a Roma all’ambasciata tunisina, una trasferta costata 1.400 euro al Comune di Villafranca e che non sarebbe stata attinente all’attività politica. Dopo l’assoluzione in primo grado e dopo aver letto le motivazioni il pm Giubilaro non aveva nascosto le sue perplessità. Ora lo sono i legali dell’ex senatore: «Qualcosa ci sfugge – dice Carabelli –. Ora leggeremo le motivazioni, poi faremo ricorso in Cassazione».