
Nessuna responsabilità penalmente perseguibile per i decessi da Covid 19 negli ospedali e nelle Rsa del territorio spezzino - nella prima e seconda ondata della pandemia - a seguito di presunti contagi in corsia. Ne sono convinti i due magistrati inquirenti – i pm Federica Mariucci ed Elisa Loris – che si sono occupati di una quindicina di casi per effetto delle denunce presentate dai familiari delle persone scomparse nonostante l’ingresso nelle strutture sanitarie si avvenuto per patologie diverse dalle polmoniti da coronavirus.
Le ragioni? Sono articolate. Ma la sintesi, al netto della difficoltà a risalire al momento puntuale del contagio, è presto detta: da una parte la rilevata impossibilità di compiere accertamenti diretti stante il tempo trascorso dai fatti; dall’altra la considerazione che "anche la più attenta applicazione della misure di prevenzione delle infezioni ospedaliere non è in grado di garantire in termini di certezza che tra gli ospiti non si registrino casi". Questi i due principi guida alla base delle richieste di archiviazione dei fascicoli. Sono esplicitati, in parallelo alla ricostruzione delle vicende analoghe attenzione su impulso esterno, negli atti firmati dai pm con ancoraggio alle perizie svolte dallo stesso consulente tecnico, ingaggiato anche da altre procure italiane: il professor Roberto Testi, primario del Dipartimento di Medicina legale dell’Asl 3 Torino, docente della materia e di Criminalistica all’Università di Torino.
Le sue conclusioni si sono imposte al vaglio dei sostituti procuratori: "Non sono individuabili carenze organizzative o comportamenti colposi del personale che ci possono indagare come causa dell’infezione". E’ questa la frase con cui si concludono tutte le relazioni (ognuna di una decina di pagine), differenziate per storia clinica, ma accomunate dalla genesi dell’inchiesta: il sospetto dei familiari dei deceduti che la dipartita in corsia dei loro cari fosse stata conseguenza di negligenze dal fronte dei camici bianchi e dei manager deputati all’organizzazione delle strutture sanitarie. Secondo quanto trapela dal palazzo di giustizia, dal versante dei giudici delle indagini preliminari sarebbero scaturiti i primi provvedimenti di archiviazione dei fascicoli; ciò in aderenza alle prospettazioni dei pm e in assenza di opposizioni provenienti dai familiari delle vittime, parte offese nel procedimento penale.
Corrado Ricci