Ameglia (La Spezia), 11 novembre 2024 – “La crisi commerciale e turistica comincia a mordere. Non siamo ancora ai livelli dei piccoli centri montani dove si percepisce una grande desertificazione. Noi abbiamo ancora il salvagente dell’estate a tenerci a galla. Ma inizia a non bastare più. Anche quest’anno, sia a Fiumaretta che a Bocca di Magra, hanno chiuso diverse attività e la situazione comincia a farsi drammatica”. Il futuro dei territori della foce del Magra preoccupa Giovanni Torri, presidente di Terre del Magra Cooperativa di Comunità. Quell’organismo, innovativo e ancora poco conosciuto, creato ad Ameglia nel 2017 da un gruppo di abitanti per dare risposte concrete ad alcuni bisogni prioritari: valorizzare un territorio ricco di potenzialità turistiche ma poco conosciuto, ripristinare alcuni beni ambientali, recuperare le produzioni tradizionali, costruire un’attrattiva turistica e lavorativa per contrastare la migrazione verso le grandi città, soprattutto tra i giovani.
La partenza fu caratterizzata da grande entusiasmo e tanti progetti. Tra questi, la nascita della Bottega delle Terre del Magra, dell’omonimo Marchio e dell’omonima Agenzia. La Bottega, vetrina delle tipicità territoriali in via Baban 86 a Fiumaretta, si caratterizzò subito per i suoi prodotti a km0 e un reparto gastronomia che valorizzano le produzioni locali (farine, salse, pasta, olio e conserve) e le ricette della tradizione. L’Agenzia, invece, fornisce servizi a proprietari di seconde case: promuove il territorio, gestisce gli affitti e offre assistenza al turista per tutto il soggiorno. “Grazie all’Agenzia – spiega Torri – abbiamo aumentato il numero dei posti letto, migliorando qualitativamente l’offerta delle nostre strutture ricettive. Ad oggi gestiamo circa venti proprietà sia nel comune di Ameglia, per la maggior parte, sia nei comuni di Luni e Sarzana”.
Risultati positivi ma che da soli non possono incidere su quel rilancio economico e sociale necessario per frenare la crisi. “Gli elementi indispensabili per il buon funzionamento di una cooperativa di comunità – spiega Torri – sono sinergia, cooperazione, mutualismo. Solo così un territorio può crescere. Abbiamo cercato di fare rete con enti, associazioni, attività commerciali. Ma incontriamo ancora poca sensibilità verso questa pratica. Neppure i nostri soci hanno capito cosa voglia dire aderire a una cooperativa di comunità. I soci lavoratori, per esempio, non hanno fatto nulla per far crescere le attività della cooperativa e garantirsi un lavoro duraturo. Così, nella stagione estiva impieghiamo 4-6 persone, per lo più donne, purtroppo solo a tempo determinato o a chiamata. Insomma, nonostante gli sforzi non siamo riusciti a far capire l’importanza di mettere insieme le forze per valorizzare il territorio. Con l’amministrazione comunale da un paio di anni qualcosa stiamo cominciando a fare. Ma non basta”.
Cosa servirebbe? “Una visione complessiva e ampia – sottolinea Torri – che abbracci tutte le componenti e dia origine ad una strategia di valorizzazione e rilancio coordinata. Abbiamo moltissimo da offrire ma troviamo difficoltà a promuoverlo. Dobbiamo riuscire a intercettare gli stranieri, che sono pochissimi rispetto al bacino delle Cinque Terre. Con il nostro progetto vorremmo attirare quel pubblico, in modo da avere un ritorno economico per tutte le altre attività del territorio e per periodi più lunghi dei tre mesi estivi. Ma servono la collaborazione e il sostegno di tutti, dalla popolazione agli enti locali”. Il suo sembra un appello. A chi è rivolto? “Al Comune di Ameglia - risponde Torri - perché faccia da collante per tutte le attività della foce del Magra, le riunisca intorno a un tavolo e crei progetti ad ampio respiro. E al Comune di Sarzana perché attivi quel famoso Distretto Turistico, di cui facciamo parte fin dal 2017, che ad oggi è fermo, dimenticato da anni in fondo a un cassetto”.