CARLO GALAZZO
Cronaca

Uccisero sua madre, l'appello della figlia: "Ditemi la verità sul delitto"

Castelnuovo Magra, l'appello di Marina Palma

Marisa Morchi

Castelnuovo Magra, 1 novembre 2021 - Sono passati oltre 8 anni da quel terribile 14 marzo del 2013 quando Marina Palma, impiegata comunale a Castelnuovo, entrò nella casa di via Palvotrisia in cui abitava la madre Marisa Morchi, trovandola senza vita in un lago di sangue, colpita in varie parte del corpo, probabilmente con una roncola.

L’arma del delitto non è mai stata trovata. Una scena orribile che neppure oggi Marina riesce a dimenticare, e ritorna nelle sue notti che diventano spesso insonni. Una tragedia inspiegabile alla quale Marina Palma non si è mai rassegnata e continua a lottare per capire e soprattutto per dare un volto all’assassino di sua madre Marisa.

«E’ difficile continuare a vivere con un peso nella mente e nell’anima così grande – dice Marina –: mia mamma era una donna tranquilla. Le nostre vite, comprese quelle dei miei figli, sono state passate ad un’incessante lente d’ingrandimento da parte degli inquirenti. Non hanno trovato nulla di strano. Capisco questo atteggiamento vista la casistica; in casi del genere prevede spesso che il delitto sia maturato in famiglia. Quello che non riesco a comprendere però è come sia stato possibile che l’assassino non sia mai stato scoperto. Eppure ho passato lunghe ore in Procura – prosegue la Palma –. Ho raccontato tutto quello che sapevo... Tutto inutile, la conclusione è stata la chiusura delle indagini. A Castelnuovo nei confronti di mia mamma è stato dunque effettuato il delitto perfetto".

Indagini chiuse senza risulttati. Ma poi c’è stata una possibile svolta? "All’inizio di quest’anno ho saputo, ma solo da fonti giornalistiche, che ci sarebbe stata la riapertura delle indagini, susseguente all’arresto dei carabinieri di un gruppo di Sinti dediti a truffe e furti e che nel corso di una intercettazione telefonica registrata da alcuni componenti della banda, mentre in auto passavano da Palvotrisia, c’è stato un riferimento ad un omicidio avvenuto nella zona, dove la vittima era indicata come una gaggina che significa nel loro dialetto donna. Un delitto che avrebbe fruttato duemila euro". Le risulta che le indagini siano state effettivamente riaperte? "Assolutamente non so nulla di certo. Quello che so è chel’avvocato Francesco Cristiani, che mi assiste, ha presentato una richiesta alla procura affinché le indagini siano riaperte. Ma dalla magistratura non ho avuto alcun contatto e neppure una minima risposta quando ormai è passato quasi un anno da quella richiesta". Ritiene possibile che sua madre sia stata uccisa per una rapina finita male? "Non ho elementi per poterlo negare, posso solo dire che mia mamma in casa non aveva sicuramente duemila euro e che non è stato rubato nulla. Inoltre mi sono spesso chiesta, se si fosse trattato di una rapina, per quale motivo il rapinatore dopo averla uccisa avrebbe deciso di mettere una corona di caramelle attorno al suo corpo e una foto di quando era bimba. Posso pensare anche che sia stato un delitto su commissione". E ora cosa si aspetta? "Le risposte che aspetto da otto anni. Intanto sapere, direttamente dalla Procura, se le indagini sono state riaperte, e capire se ci sono indagati. Non so se saprò mai perchè e da chi mia madre è stata uccisa; l’unica mia certezza è che finora siamo stati lasciati ingiustamente soli".