
Leonardo Moretti, Diana Brusacà, Daniela Lorenzini, Michela Ricci Ceffinati, il vice comandante Andrea Prassini, Michela Ricci Ceffinati e Sofia Nordio
"Abbiamo dipinto le panchine di rosso. Esposto scarpe rosse. Istituito una giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ora basta. È arrivato il tempo di smetterla con le celebrazioni e fare di più". È ferma la posizione della sindaca di Santo Stefano Magra Paola Sisti. L’ha scandita con forza giovedì scorso nella sala consiliare del municipio in apertura del convegno "La violenza di genere nella nostra società. Come combatterla: strumenti attuali guardando al futuro". Ad ascoltarla, un pubblico folto e interessato. Partecipazione sollecitata dagli organizzatori e favorita persino dall’attivazione di un servizio gratuito di asilo per coloro che non avessero nessuno a cui lasciare in custodia i figli. "Il fenomeno è preoccupante – ha sottolineato Sisti –. Dobbiamo intervire sulle nuove generazioni, per far maturare in loro una coscienza che ruoti intorno all’accettazione e al rispetto dell’altro".
È questo il senso dell’iniziativa organizzata dal comando della Polizia locale santostefanese, rappresentato al convegno dal vicecomandante Andrea Prassini, in collaborazione con l’associazione culturale Scuola di formazione professionale. Un percorso che, con l’approvazione e la collaborazione della sindaca e della dirigente scolastica Simonetta Bettinotti, nei mesi scorsi si è sviluppato in una campagna di sensibilizzazione con le studentesse e gli studenti della scuola media Schiaffini e si è concluso con il convegno del 17 aprile. Ad aprire l’incontro, introdotto e moderato da Leonardo Moretti, psichiatra e criminologo, formatore del centro studi psicopatologia investigativa e criminologia, è stata Diana Brusacà, giudice, presidente del Tribunale della Spezia. Con la perizia che la contraddistingue, Brusacà ha ripercorso l’evoluzione della normativa nella lotta alla violenza di genere in Italia. Due i punti di svolta, ha ricordato, che oggi fanno dell’Italia uno tra i paesi europei con la normativa più avanzata. Il primo risale al 2013, anno della ratifica della Convenzione di Istanbul, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro normativo completo a tutela delle donne da qualsiasi forma di violenza. Il secondo è la legge 69 del 2019 nota come “Codice rosso”. Un provvedimento che mira a rafforzare la tutela delle vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni in contesti familiari o di relazione di convivenza. Lo fa introducendo modifiche sia al codice penale sia a quello di procedura penale, con il preciso obiettivo di velocizzare l’instaurazione dei procedimenti penali e, di conseguenza, accelerare l’eventuale adozione di provvedimenti a protezione delle vittime.
E sulle vittime si è soffermata Sofia Nordio. Psicologa al centro antiviolenza Irene di La Spezia, Nordio ha passato in rassegna i tipi di violenza praticati (fisica, sessuale, psicologica, economica, stalking e la violenza assistita dai figli se l’ambito in cui si consuma il reato è quello familiare) e le dinamiche malate che si instaurano tra maltrattante e vittima. A saltare lo steccato e passare all’esame degli uomini violenti è stata, invece, Michela Ricci Ceffinati, psicologa e criminologa, coordinatrice del Centro Amae di riabilitazione per uomini autori di violenza di genere (Cuav) attivo a Sarzana dal 2022. Qual è l’identikit di questo tipo di uomo? Sono numerosi i tentativi di ricercatori e psicologi di tracciarne uno. Ricci Ceffinati li ha raccontati tutti, per arrivare a concludere che non esiste. "È l’uomo comune – ha sottolineato – che sceglie di usare la violenza per esercitare controllo e potere".
Sui bambini vittime di violenza, infine, ha focalizzato l’attenzione Daniela Lorenzini, psicologa-psicoterapeuta e psicologa giuridica, sottolineando quanto sia necessario e urgente occuparsi di loro, sia per aiutarli nella loro sofferenza sia come attività di prevenzione della violenza di genere. "Perché questi bambini – ha spiegato – vivono in un ambiente instabile che crea in loro paura e confusione. Sentimenti che, a loro volta, sono terreno fertile per l’insorgenza di future dipendenze, patologie psichiche, violenza".
Alina Lombardo