La parlata e la loquacità tipicamente toscane, le ambizioni di un ragazzo che a Spezia sta mettendo le basi per un radioso futuro. Lui è Duccio Degli Innocenti, classe 2003, talentuoso centrocampista aquilotto.
Degli Innocenti, lei nasce nel cuore della Toscana. "Sono nativo di Pian di Scò, ad Arezzo, dove risiedono i miei genitori Catiuscia e Luciano, miei punti di riferimento importantissimi. Loro e mio fratello Daniele sono tutto per me, sono fortunato ad avere una famiglia così. Al ‘Picco’ sono sempre presenti. Daniele, più piccolo di me, è calciatore nel Montevarchi, spesso quando torno a casa vado a vederlo giocare, è bravo. Sono molto protettivo nei suoi riguardi essendo lui più piccolo".
Dal campetto di Pian di Scò al palcoscenico prestigioso del ‘Picco’. "Iniziai a giocare a calcio a 5 anni, nella Faellese, una squadra vicina a Pian di Scò. A 8 passai all’Empoli, dove mio nonno materno Donato mi accompagnava tutti i giorni, un’ora di macchina. A 15 anni mi trasferii nella cittadina toscana".
È riuscito a conciliare la passione per il calcio con gli impegni scolastici? "Assolutamente sì, ci ho sempre tenuto tantissimo. Mi sono diplomato in scienze applicate, che equivale al liceo scientifico e ora sono iscritto all’Università Scienze dei servizi giuridici, una triennale: mercoledì (ndr. ieri per cui legge), sosterrò l’ultimo esame".
Il centro sportivo di Monteboro, a Empoli, un’eccellenza assoluta. "È vero, è un’isola felice, lì ti aiutano a crescere a livello umano e calcistico. A Empoli ho, tra l’altro, conosciuto Mauro Marchisio, che so che ha fatto la storia nello Spezia".
La sua avventura allo Spezia? "A livello organizzativo qui non manca niente, c’è tutto per rendere al meglio. Si tratta di una piazza davvero molto importante, in primis per la tifoseria. Il ‘Picco’ è un’arma in più, non è un caso che in casa non abbiamo mai perso una partita".
Non è, però, facile giocare di fronte a ottomila persone, calorose ma esigenti. "Per non soffrire l’ambiente occorre dare tutto, io sono abituato a farlo. Dal punto di vista emozionale è troppo bello giocare in uno stadio così importante, davanti a tanta gente".
Con la squalifica di Salvatore Esposito, nel prossimo match contro la Juve Stabia lei si candida a rivestire il ruolo di regista. "È sempre stato il mio ruolo principale, anche se l’anno scorso, a Lecco, ho giocato mezzala, esattamente come ora a Spezia".
Non potete più nascondervi, la Serie A è un obiettivo... "Abbiamo iniziato il campionato con l’obiettivo della salvezza. Ora vogliamo goderci l’entusiasmo attuale per fare ancora meglio, poi a marzo vedremo la classifica. Di sicuro, vogliamo lottare per vivere un sogno per noi e per la città. L’ossessione alla vittoria finale non la condivido appieno, noi dobbiamo continuare con questa mentalità di arrivare, se lavoreremo bene gli obiettivi saranno raggiunti".
Alle porte il match contro la Juve Stabia. "C’è voglia di rivalsa dopo la sconfitta di Bari. Vogliamo rialzarci subito e tornare alla vittoria".
Infine, due parole su Spezia e gli spezzini. "La città è bellissima e della dimensione giusta. Quando giro in centro la gente mi ferma, è motivo di orgoglio. Riguardo gli spezzini non ci sono più parole per descrivere la loro grandezza e il loro amore".