Ventidue lagotti cercano ancora casa: c’è un nuovo appello per l’affidamento degli esemplari sequestrati a novembre in un canile abusivo a Sarzana, dov’erano stati sistemati in un rifugio di fortuna in condizioni igienico-sanitarie disperate, che avevano messo a rischio il loro benessere. Si è scatenata una gara di solidarietà per la loro sistemazione: in 25 hanno trovato una famiglia nella Liguria di Levante e nell’alta Toscana, due rispettivamente in Lombardia e nella Toscana centrale.
Sono stati 26 i nuclei pronti ad abbracciarli: due dei lagotti, infatti, sono stati presi in affido insieme. "I cani stanno tutti bene – spiega Alessandra Storchi, vice coordinatrice delle guardie zoofile Oipa della Spezia, che con quelle di Sarzana si sono occupate della cura e dei percorsi per l’affidamento dei cani – e siamo in contatto continuo con gli affidatari, che ci mandano foto e video per raccontarci la loro integrazione in famiglia. Siamo tutti volontari, il nostro lavoro non è stato semplice, ma ci ha ripagato nel vedere che questi cani hanno finalmente chi li ama, stanno bene e si sono adattati".
Le guardie zoofile dell’Oipa continueranno, quindi, con l’impegno di trovare una famiglia ai lagotti; tutti gli interessati potranno richiedere l’affidamo di uno o più di questi esemplari, tutti giovani (da uno a tre anni di età) facendone richiesta all’indirizzo [email protected] o contattando i numeri di cellulare 329 3480977 (Andrea) e 346 4797374 (Alessandra).
I cani che attendono di conoscere il loro padroncino, che sono stati tutti curati e microchippati, sono tutti visibili nella pagina Facebook dell’Oipa La Spezia. La vicenda di questi esemplari è iniziata nel 2023 con una segnalazione alla struttura complessa di sanità animale della Asl 5 per un quadro da incubo in quel di Castelnuovo Magra, con 32 animali confinati in una villetta e in nel giardinetto di pochi metri quadrati. Dopo lo sfratto e un’ordinanza di allontanamento, il trasferimento a Sarzana, dove era stato creato un canile abusivo: gabbie fatte su gettate di cemento, con reti a maglia larga e coperture di tela e ondulina, senza acqua corrente e potabile e strumenti di conservazione per gli alimenti. Il sequestro è stato seguito in modo coordinato da Asl 5, Comune di Sarzana, Oipa e ora si attende il lieto fine per tutti.
Chiara Tenca