E’ stato un colpo di fulmine quello di Simone Pulinas per Adriano Celentano, un’immensa stima – anche oggi quando parla di lui gli si illuminano gli occhi – che dura da 35 anni. Aveva solo 8 anni quando il babbo Costantino gli portò una cassetta musicale di "Azzurro". Da quel giorno è scattato qualcosa che l’ha portato a trasformare la sua casa in museo dedicato al Molleggiato. Ha girato l’Italia prima con il padre poi da solo per cercare reperti, foto e dischi. Ha faticato tantissimo per completare la collezione di dischi. Gliene mancava uno, ’Rip it up’, il primo disco inciso da Celentano nel maggio del 1958, la Saar ne aveva prodotto solo 500 copie: "Ho saputo attraverso i giornali specializzati dell’epoca che una persona che abitava a Lecce ne aveva una copia. Sono arrivato a Lecce, ho contattato quell’uomo e l’ho comprato. Si è accontentato di mille euro, non sapeva che avrei pagato molto di più per averlo". Così è riuscito a completare le 3 mila incisioni di Celentano alcune delle quali inedite. La raccolta dei giornali e degli oggetti è stata maniacale: "A volte è lo stesso Adriano che mi chiama, mi chiede del materiale che lui non trova più". Simone ha collaborato con Rai e Fininvest per gli archivi storici di Celentano, ha realizzato all’interno del Museo del manifesto in via Gluck lo spazio e dedicato al grande artista milanese e collaborato alla produzione di dischi della casa discografica Saar nella riproduzione delle incisioni del Molleggiato.
C.G.