CRISTINA GUALA
Cronaca

Il dolore non va in prescrizione. Focus sui crimini di guerra nazisti

Crimini di guerra, se ne parla ad Arcola. Appuntamento organizzato in collaborazione con la sezione dell’Anpi venerdi 17 gennaio...

L’ex procuratore militare di Spezia, Marco De Paolis

L’ex procuratore militare di Spezia, Marco De Paolis

Crimini di guerra, se ne parla ad Arcola. Appuntamento organizzato in collaborazione con la sezione dell’Anpi venerdi 17 gennaio alle 16 nella sala Polivalente in piazza 2 Giugno. "Nonostante il lungo tempo trascorso dalla data del fatto , non si sono avute notizie utili per la identificazione degli autori e per l’accertamento delle responsabilità": recita così il decreto di archiviazione del 1960 per i fascicoli dell’Armadio della vergogna, con il quale la procura generale militare di Roma negherà la giustizia per le stragi compiute dai nazifascisti in Italia dopo l’8 settembre 1943. Non era vero. Le ’notizie utili’ c’erano eccome, ma qualcuno aveva scelto, arbitrariamente, di non andare avanti con le indagini. A fare una scelta diversa, a oltre quarant’anni da quell’archiviazione, sarà il giovane procuratore militare di Spezia, Marco De Paolis. In questo libro è lui a raccontare i quindici anni, tra il 2002 e il 2018, di indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari. Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Civitella in Val di Chiana, ma anche Kos e Leros, Cefalonia: sono solo gli episodi più conosciuti tra quelli di cui De Paolis si è occupato, consapevole che "il dolore non va in prescrizione" e che la sete di verità dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime era stata ignorata troppo a lungo. Una storia avvincente, una caccia ai colpevoli tra Italia, Germania e Austria per interrogare gli ex SS ancora in vita e stabilirne le responsabilità, portarli alla sbarra, farli condannare. E insieme un racconto intimo e privato di cosa ha significato immergersi in "un dolore così immenso", come lo definirà uno dei sopravvissuti, di chi ha dovuto subire l’ulteriore ingiustizia "del mancato assolvimento da parte dello Stato del primario e doveroso compito di ricercare, processare e punire i responsabili di quella brutale violenza". Con la prefazione di Liliana Segre.