
Leggenda vuole che la prima stesura della Commedia si trovi tra i ruderi. Tra le altre perle da scoprire, lo studio che fu della pittrice Hélène de Beauvoir.
Nel castello di Trebiano non ci sono fantasmi, ma un’antica leggenda vuole che tra i suoi ruderi sia nascosto il manoscritto originale della Divina Commedia. Che nessuno ha per ora trovato. Per questo legame con il Sommo Poeta, fu organizzata una rievocazione, per i 700 anni dalla morte di Dante. Trebiano di gioielli ne possiede parecchi e non ha la fama che si meriterebbe, lo rivendicano a gran voce gli abitanti che non sono gelosi, ma condividono le bellezze del paese. Alcuni diamanti di cui sono orgogliosi a buon diritto per citarne tre, sono: un pezzo "da novanta" quale l’artista Walter Tacchini che materializza l’arte in quelle opere il cui palcoscenico si apre nel laboratorio che fu nientemeno che della pittrice Hélène de Beauvoir, poi la chiesa di San Michele al cui interno spicca un antico crocifisso, e il castello che domina il borgo. Poche centinaia di metri di strada che valgono ore di visita.
Fa volentieri da guida Barbara Biso, papà trebianese, che sente il richiamo del luogo. Dentro la chiesa di San Michele quattro altari e il trittico del francese Domenico Gar: "La chiesa è orientata a est e sono stati scoperti quindici pavimenti come si vede dalla sopraelevazione della fiancata. L’acquasantiera è un’antica ara romana rovesciata proveniente da Luni. C’è un antico reliquiario dentro la cella". Basterebbe questo se non comparisse, deus ex machina, il crocifisso ligneo conservato in una teca di vetro, autore ignoto, dove una bacheca lo data al quindicesimo secolo, ma ci sono diverse opinioni sulla datazione. Seguendo le orme di Walter Tacchini, sulla cui storia sta per uscire un libro, i passi conducono al suo laboratorio, che non è solo una pagina di storia, è mille pagine di storia, una nicchia legata alla De Beauvoir, che dimostrò l’amore per Trebiano acquistando una dimora nel 1963 insieme al marito Lionel de Roulet e dove sono passati Simone de Beauvoir, Jean Paul Sartre, tutti amici fraterni di Tacchini. "Trebiano per me è una radice – racconta Tacchini nel laboratorio dove ci sono opere d’arte incommensurabili – e quando non vedo il suo campanile mi viene la nostalgia".
E in questo percorso il punto finale è l’antico maniero. Purtroppo, in rovina. "Il castello appartiene ad una società spa fallita – racconta la sindaca Monica Paganini – che non espone i bilanci da anni e così diventa irrintracciabile. Noi siamo creditori. Abbiamo pronto anche un progetto di recupero". Si tratta del progetto elaborato con l’architetto Davide De Ranieri e presentato due volte a The 7 most endangered heritage sites in Europe promosso da Europa Nostra. Ma, seppure molto apprezzato, non si è piazzato tra i primi sette meritevoli di risorse: "Ce ne vogliono tante – ha concluso la sindaca –, almeno tre milioni di euro". Nessuno ha potuto più accedere al castello, che per motivi di sicurezza è inavvicinabile.
Cristina Guala