Il mega uliveto non piace a tutti "Attenti a distruggere l’habitat"

Allarme di Legambiente che invita Parco e Comune a tener conto della Zona speciale di conservazione "Non ci pare che il contesto agronomico e ecologico sia compatibile con la coltura dell’olivo"

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Non tutti accolgono con una ovazione il progetto di uliveto che l’azienda dei fratelli Merano intende impiantare su 100 ettari di tenuta, una volta perfezionato l’acquisto da Marinella spa in liquidazione. Voce fuori dal coro è Legambiente Val di Magra che solleva obiezioni di carattere ecologico generale, non essendo noto il dettaglio del progetto. Gli esponenti si dicono "alquanto perplessi e preoccupati" poiché "non ci pare che il contesto sia agronomico che ecologico della zona sia compatibile con la coltura dell’olivo, se non andando a uno stravolgimento dell’area tale da mettere in pericolo o distruggere i valori tutelati dalla Zsc, la Zona speciale di conservazione".

La vecchia gestione agricola della tenuta, sostiene Legambiente, "pur senza rappresentare l’optimum, aveva conservato le piccole aree umide interpoderali, i fossi e la natura umida del terreno consentendo la sopravvivenza di habitat con la loro fauna e la loro flora". La piana era diventata Sic, sito d’interesse comunitario per la tutela di specie in rarefazione e habitat in via di sparizione. Per Legambiente "è positivo che non si parli di destinazione diversa dall’agricola ma deve essere analizzato cosa si possa coltivare e come, senza stravolgere l’habitat. In ogni caso, il Parco di Montemarcello Magra Vara, gestore del Sic, dovrà effettuare valutazione d’incidenza. Il cambio di coltura non dovrebbe solo mantenere ma migliorare lo stato di cose garantendo una gestione agricola consona alla tutela ecologica". Legambiente conclude ricordando che "le norme delle Zsc sono sovraordinate. Chiediamo a Parco e Comune di aprire un tavolo per evitare vendite al dettaglio di parti della piana, che rischiano di rispondere solo a leggi di mercato, e prevedere un piano organico che garantisca tutte le funzioni riconosciute al sito, a cominciare dalla conservazione di habitat e specie della Zsc, su cui vigila la Comunità Europea".

Secondo le informazioni fornite a oggi, l’estensione dell’uliveto sarà vicina ai 100 ettari con una densità di 600700 piante a ettaro: circa 17 mila ulivi tipici del patrimonio genetico ligure (non solo taggiasca) da coltivare "utilizzando le migliori pratiche agronomiche di potatura, irrigazione, difesa fitosanitaria".

Anna Pucci