Il procuratore generale militare Marco De Paolis ha concluso l’intensa settimana di incontri organizzata dal Comune di Luni iniziata con Diana Brusacà presidente del Tribunale di Spezia. De Paolis, che ha diretto dal 2002 al 2008 la Procura militare di Spezia ha presentato nella sala consigliare il suo libro dal titolo “Caccia ai nazisti” dialogando con il sindaco Alessandro Silvestri, il vice Massimo Marcesini e la consigliere con delega alla memoria Silvia Tavarini, nell’ambito delle iniziative del XXIX Novembre. De Paolis ha ripercorso l’origine del suo impegno iniziato assumendosi la responsabilità di fare luce su quello che venne definito “armadio della vergogna” ovvero sui tanti faldoni ritrovati nel 1994 a Palazzo Cesi Gaddi a Roma che lo ha poi portato a istruire 500 procedimenti penali per crimini di guerra della seconda guerra mondiale e svolgere il ruolo di pubblico ministero nei processi per le grandi stragi nazifasciste in particolare quelle di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, San Terenzo e Vinca. Oltre all’aspetto puramente giuridico è emerso il fattore umano nel ricordare gli incontri con i famigliari delle vittime rintracciati dopo oltre 60 anni dai fatti, riaprendo ferite mai rimarginate sulle quali nessuno aveva mai posto concretamente attenzione. De Paolis non si è limitato a raccontare ma con grande fermezza ha anche risposto a chi tra i presenti in sala ha evidenziato come la guerra, in fondo, avesse le sue regole e certe situazioni rientrassero nel gioco delle parti. Il procuratore ha invece difeso il diritto di ognuno, anche se militare, di opporsi agli ordini illegittimi e soprattutto ha ribadito l’obbligo non essere mai disumani. Il procuratore attualmente in servizio alla corte militare di appello a Roma, ha ricordato il suo periodo professionale spezzino e quindi anche la conoscenza della storia della zona di Luni segnata dalla presenza di truppe nazifasciste. Prima dell’incontro in municipio alla presenza anche dei rappresentanti dell’Anmi in mattinata aveva incontrato gli studenti dell’istituto superiore Zaccagna Galilei di Carrara.
Massimo Merluzzi