Nascono due orti sociali per promuovere l’inclusione e l’integrazione di persone fragili e particolarmente vulnerabili. Uno a Luni, l’altro a Castelnuovo Magra. Entrambi sono figli di ‘ColtiviAmo insieme - Orto di solidarietà ed inclusione sociale’, progetto promosso dalla Pubblica assistenza di Luni e vincitore del bando "Per Mano, percorsi verso l’autonomia e l’integrazione" di Fondazione Carispezia. "Un progetto della durata di dodici mesi - spiega Alessio Bianchi, vicepresidente della Pubblica assistenza di Luni - che prevede la riqualificazione dei due terreni incolti. Non solo per fornire spazi verdi e sostenibili per la coltivazione ma anche per favorire la coesione sociale, migliorare il benessere psicofisico dei partecipanti e creare opportunità di formazione e crescita personale".
A Castelnuovo Magra, l’orto sociale nascerà su un’area di proprietà dalla Pubblica assistenza: circa seimila metri quadri nelle vicinanze del centro commerciale La Miniera. A Luni, invece, sorgerà su un terreno di 1330 metri quadri in via Noce, località Bozzi, di proprietà del comune e dato in adozione gratuita alla Pubblica Assistenza per il periodo della durata del progetto. Ancora qualche giorno ed entrambi diventeranno operativi. "Abbiamo firmato la convenzione con il Comune di Luni giovedì - precisa Bianchi - e contiamo di avviare i lavori di preparazione dei terreni la prossima settimana per riuscire a partire con le attività in ottobre". Gli orti accoglieranno una ventina di persone fragili, indicate dai servizi sociali dei due comuni e dal partner del progetto ’Nessuno è escluso’, associazione attiva nel campo delle disabilità gravi.
Accompagnati dagli educatori e guidati da operatori qualificati, i partecipanti si cimenteranno nella preparazione del terreno, nella semina, nella coltivazione e raccolta di ortaggi, erbe officinali ed aromatiche. Quattro gli obiettivi: favorire l’integrazione delle persone fragili e vulnerabili attraverso attività collettive e collaborative come, appunto, la coltivazione di piccole piante; promuovere il benessere psicofisico dei partecipanti grazie al contatto con la natura e all’attività fisica all’aperto; fornire conoscenze pratiche sulla coltivazione e la cura degli orti, stimolando l’apprendimento e l’autonomia; promuovere pratiche agricole sostenibili e rispettose dell’ambiente, sensibilizzando i partecipanti sull’importanza della biodiversità e della cura del territorio.
Dodici mesi la durata del progetto. E dopo? "Faremo una valutazione - spiega Bianchi - e se il riscontro sarà positivo in termini di benefici per i partecipanti lo porteremo avanti. Anche perché i costi maggiori sono quelli che affrontiamo adesso nella fase di avvio per la sistemazione dei terreni, l’acquisto di attrezzi e materiali. Dopo, i costi di mantenimento saranno più bassi e sostenibili". Per avviare il progetto la Pubblica assistenza può contare su un contributo di circa ventimila euro, 14.900 da Fondazione Carispezia, il resto come cofinanziamento della stessa organizzazione. "È un progetto - conclude Bianchi - a cui teniamo molto. Ci piacerebbe condividerlo con chiunque, associazione o privato, possa dare una mano a farlo crescere". Chi volesse cogliere l’invito, può scrivere all’indirizzo mail [email protected].
Alina Lombardo