Sarzana, 11 febbraio 2023 - Quello sfratto, la cui illegittimità fu confermata anche da una sentenza del Tar, gli fece letteralmente crollare il mondo addosso: il giorno in cui gli venne notificato l’atto di sgombero fu colpito da un’ischemia cerebrale, che lo costrinse non solo a lunghe cure ma soprattutto ad abbandonare l’Arma, obbligato alla pensione anticipata perché non più idoneo al servizio. Oggi, a distanza di quasi nove anni dai fatti, un tribunale ha certificato che quanto accaduto fu proprio la conseguenza di quell’illegittimo esercizio del potere, condannando duramente il ministero della Difesa al risarcimento dei danni. Protagonista della vicenda è l’ex comandante della stazione dei carabinieri della base Maristaeli della Marina militare, che assistito dall’avvocato Pier Giorgio Leoni è riuscito a vincere la propria battaglia contro un’ingiustizia che ha di fatto cambiato la propria vita, personale e professionale.
Una vicenda che affonda le sue radici alla fine del 2014, quando al maresciallo viene recapitata una lettera di sfratto firmata dai vertici della Marina militare per la presunta morosità nel pagamento delle utenze dell’alloggio di servizio. Per il militare è l’inizio di un calvario: prima il malore, che lo costringe al ricovero in ospedale, poi la malattia cronica, debilitante al tal punto che un anno dopo, la commissione medica ospedaliera dichiara la permanente inidoneità al servizio dell’uomo, costretto alla pensione anticipata. Il maresciallo, nonostante tutto, non si perde d’animo, e inizia la propria battaglia col ministero. Nel gennaio del 2015 impugna e ottiene dal tribunale amministrativo regionale l’annullamento dello sfratto, dopo che un’indagine interna aveva fatto emergere la responsabilità dell’allora ‘Capo fabbricato’, ovvero l’amministratore condominiale della palazzina, che si era fatto consegnare dagli inquilini i soldi per il pagamento delle utenze senza però mai saldare i conti.
Ottenuta giustizia, rimaneva però la battaglia più grande, ovvero dimostrare che tutto quello che gli era capitato – dal ricovero in ospedale alla malattia cronica successiva che lo costrinse ad abbandonare anzitempo l’Arma – fu la conseguenza di un forte stato di stress indotto da quel provvedimento frutto di un esercizio illegittimo del potere. Da qui, la seconda offensiva al Tar ligure, con la richiesta di risarcimento dei danni patrimoniali e non solo. I giudici del tribunale amministrativo, dopo aver disposto lo scorso anno una consulenza tecnica d’ufficio, ne hanno sposato totalmente gli esiti, dai quali è emersa una chiara correlazione tra i provvedimenti illegittimi adottati dalla Marina militare e quanto successo al maresciallo dei carabinieri.
La sentenza è stata emessa l’altro ieri: i giudici del Tar hanno accolto il ricorso dell’ex militare, condannando il ministero della Difesa non solo al pagamento del danno non patrimoniale legato agli aspetti sanitari della vicenda, pari a 33.963,88 euro, ma anche a rifondere al maresciallo dell’Arma anche il danno patrimoniale relativo alle differenze retributive e a quelle pensionistiche, causate dall’anticipata cessazione dal servizio. Una somma cospicua che ora dovrà essere calcolata dall’amministrazione dello Stato. Il ministero è stato inoltre condannato a pagare per intero le spese processuali e quelle legate dal compenso del professionista che ha effettuato la perizia.