Resterà esposta al museo diocesano fino all’autunno la quadreria inedita di palazzo Tusini - Doni, all’interno della quale si segnala un interessante affresco della Sarzana della seconda metà dell’Ottocento, le cui vicende furono fortemente connotate dai ruoli economici e istituzionali ricoperti dal più noto esponente della casata, il cavalieri Luigi Tusini. L’affollata inaugurazione svoltasi sabato è stata anche occasione per annunciare la nascita della Fondazione per la promozione della carità e della formazione giovanile voluta dall’ultimo esponente di quella famiglia, il professor Emilio Doni, scomparso alcuni mesi fa e abbreviata in ’Fondazione InCaSa’.
A tracciare il commosso ricordo di Emilio Doni – docente di fisica all’università di Pisa, scomparso senza eredi diretti – è stato monsignor Piero Barbieri, che, grande amico di lunga data, ne aveva anche raccolto le ultime volontà tese, appunto, alla costituzione della Fondazione. Il professor Egidio Banti – che ha condiviso con Doni la conduzione del Centro Studi Niccolò V – ha da parte sua preso spunto dalla poliedrica personalità di Luigi Tusini, fondatore di quel ramo della famiglia e bisnonno materno di Doni, per descrivere la Sarzana della seconda metà dell’800, l’antagonismo sociale fra la nobiltà terriera, in declino irreversibile dopo le ‘riforme’ napoleoniche e la borghesia emergente – alla quale Luigi Tusini apparteneva – che si andava affermando in città. Un avvicendamento sociale – ha evidenziato Banti – ben esemplificato dall’acquisto, da parte di Luigi, del palazzo oggi divenuto patrimonio della Fondazione che all’epoca apparteneva alla più blasonata famiglia Bernucci. "Una fase storica in cui Sarzana, pur rinvigorita dallo spirito di iniziativa delle famiglie borghesi emergenti – è proseguita la contestualizzazione storica –, cominciava a ‘fare i conti’ con la prorompente concorrenza di Spezia, per la quale Cavour e Chiodo andavano confezionando destini da protagonista. E una fase storica, nel contempo, di forti contrasti fra lo Stato e la Chiesa, che non impedirono tuttavia a Luigi Tusini di ricoprire responsabilità sia in nome dall’autorità civile che in rappresentanza di istituzioni della Chiesa pur ‘aventiniane’ dopo Porta Pia".
Al termine dell’incontro la direttrice del Museo Barbara Sisti ha guidato una visita ragionata ai dipinti della collezione Tusini - Doni, quasi tutti inediti, che annoverano diverse opere seicentesche riconducibili alla cerchia ligure di Van Dick, una ascritta a Jan Roos e tutte di tema religioso (Sacre Famiglie o Maddalene), acquistate probabilmente da Arturo Tusini, il figlio di Luigi. La mostra ’I dipinti di palazzo Tusini - Memorie di una famiglia sarzanese’ sarà visitabile fino al 1 ottobre, dal giovedì alla domenica dalle 18 alle 23.