La scalata di Battistella: "Quando ho iniziato non era uno sport. Oggi siamo ai Giochi"

Terzo mandato alla guida della Federazione di arrampicata sportiva "Bene il raggiungimento dello status anche per le Paralimpiadi. Prevediamo di arrivare a 100 mila tesserati entro la fine dell’anno".

La scalata di Battistella: "Quando ho iniziato non era  uno sport. Oggi siamo ai Giochi"

Terzo mandato alla guida della Federazione di arrampicata sportiva "Bene il raggiungimento dello status anche per le Paralimpiadi. Prevediamo di arrivare a 100 mila tesserati entro la fine dell’anno".

Confermato alla guida della Fasi, la federazione italiana di arrampicata sportiva, lo spezzino Davide Battistella è pronto per il suo terzo mandato, che intraprende con obiettivi precisi, passione ed entusiasmo. "Ero l’unico candidato. Da un certo punto di vista è stato appagante e premia il lavoro fatto. Ora andiamo avanti con ciò che ci siamo prefissi, sia per supportare l’agonismo che per diffonderlo fra i ragazzi. Le soddisfazioni si susseguono: l’ultima è stato il raggiungimento dello status anche per le Paralimpiadi. A Los Angeles, insomma, ci saremo. E poi anche i numeri: abbiamo passato da poco i 90 mila tesserati, prevediamo di arrivare a 100mila entro fine anno. D’altronde, se ci pensiamo, arrampichiamo prima di camminare. I francesi hanno inserito nell’ambito scolastico questo tipo di attività, che garantisce maggior coordinazione motoria, equilibrio, autostima e problem solving".

Cosa si pone davanti?

"Abbiamo partecipato nuovamente alle Olimpiadi, con quattro atleti e per soli due millesimi di secondo uno dei nostri non è entrato nei primi quattro nella velocità. Vogliamo andare avanti su questa strada e al contempo, puntiamo a far crescere le strutture, che si stanno sviluppando in tutta Italia trasformandosi in luoghi di fitness urbano, e i centri federali, che attualmente sono due: uno ad Arco di Trento e uno a Roma. Il presidente del Coni Malagò è fra i nostri grandi promoter, ha creduto in questo sport".

Come vive la crescita di questa disciplina?

"Vederla arrivare ai Giochi dopo averla iniziata quando ancora non era uno sport, dice tutto. Inoltre, grande soddisfazione deriva dal vedere mia figlia Viola nelle Fiamme Oro. Vivo con interesse anche le iniziative realizzate anche nel sociale: la parete nel quartiere Sanità a Napoli con le Fiamme Oro e quella a Caivano con il Governo, ad esempio. Inutile dire che spero in una struttura adeguata anche alla Spezia, che permetta a tutti di allenarsi spendendo il giusto tempo: ormai l’arrampicata sta soppiantando i pesi".

C’è da dire che da noi abbiamo il Muzzerone.

"Una delle palestre più belle al mondo per qualità della roccia, temperatura e paesaggio, riconosciuta anche dalla stampa internazionale, in cui ho passato la mia gioventù e dove vado tuttora dopo aver contribuito alla sua creazione. Va detto che serve un tandem fra outdoor e indoor, perché in questa dimensione servono più ore per arrivare a scalare, ci sono fattori di rischio e altri legati a variabili quali il meteo. Resta una chicca, che andrebbe valorizzata di più nella gestione del sito e anche con una maggior sensibilità dell’amministrazione anche in chiave destagionalizzazione. Servirebbe, insomma, un approccio simile a quello di Finale Ligure e Albenga".

La Liguria vi ha regalato un abbraccio, in occasione della Coppa Europa Boulder.

"Dopo 23 anni che non si svolgeva una gara di arrampicata in regione, siamo tornati al Porto Antico grazie alla disponibilità dell’amministrazione: un successo pazzesco. Oltre alla parete di gara c’era una struttura per bambini con una coda infinita, la location ha contribuito. Dobbiamo far anche a livello locale qualcosa, sto lavorando con il Comune per dotarci di un impianto idoneo: al momento ci sono una piccola palestra al Montagna e una al PalaMariotti, ma non sono sufficienti. Spezia lo meriterebbe per la sua storia e le permetterebbe di ospitare gare importanti come a Genova: ci stiamo lavorando".

Chiara Tenca