La via della gratitudine. Così la società resiste

La parola chiave illustrata dalla curatrice della rassegna Benedetta Marietti. Bagno di folla per l’epistemologa Mortari che ha tenuto la lectio inaugurale.

La via della gratitudine. Così la società resiste

La parola chiave illustrata dalla curatrice della rassegna Benedetta Marietti. Bagno di folla per l’epistemologa Mortari che ha tenuto la lectio inaugurale.

Grazie. È stata la parola più pronunciata ieri a Sarzana. Non poteva essere diversamente nella giornata di apertura del XXI Festival della mente dedicato, quest’anno, alla gratitudine. L’ha pronunciata la sindaca Cristina Ponzanelli citando Cicerone e indirizzandola a quanti, in tutti questi anni, hanno reso possibile la crescita del Festival: dal presidente della Fondazione Carispezia, Andrea Corradino, alla direttrice artistica Benedetta Marietti, alla Regione Liguria rappresentata ieri dall’assessore regionale Giacomo Raul Giampedrone. Senza dimenticare, naturalmente, i volontari, tutti i componenti del team della macchina organizzativa e il pubblico. "Senza di voi - ha chiosato - tutto questo non esisterebbe". Messaggio analogo lo ha lanciato Corradino, sottolineando l’indentità di una manifestazione "capace di creare una comunità di intellettuali che ormai ne fanno parte, come Recalcati, Nucci, Barbero. E, al tempo stesso, di introdurre personalità, argomenti e stimoli sempre nuovi. Come la scelta di dedicare il Festival al concetto di gratitudine in un tempo in cui predomina l’individualismo". "In una società veloce, dove si consuma tutto con voracità - gli ha fatto eco Giampedrone - parlare di gratitudine è quasi una scelta rivoluzionaria. Ma il contesto è quello più giusto, perché ci porta a spegnere o silenziare i cellulari per aprire occhi, orecchie e menti alla cultura di livello tra i più alti".

E molti "grazie", ovviamente, li ha pronunciati la direttrice Marietti, elencando tutti, ma proprio tutti, i collaboratori che la affiancano. Spiegando poi, che a stimolarle la scelta del tema di quest’anno è stata la lettura di Apeirogon dello scrittore irlandese Colum McCann, che domani parlerà della Gratitudine dell’ascolto insieme allo scrittore Alessandro Zaccuri. "Nel suo libro - ha spiegato Marietti - McCann ricorda il carteggio tra tra Einstein e Freud in cui il primo domanda: c’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra? Freud rispose che non c’è speranza di poter sopprimere le tendenze aggressive degli uomini. Si può tentare di deviarle al punto che non debbano trovare espressione nella guerra. L’ideale sarebbe una comunità di sentimento resa compatta dalla gratitudine e capace di creare fratellanza e pace".

La parola, a quel punto, è passata all’epistemologa Luigina Mortari (in alto a sinistra e nel fotone della prima pagina). A lei il compito di aprire la Kermesse culturale con la lectio "Sulla gratitudine, ovvero la gioia della cura". Un intervento appassionato, che ha visto alternarsi dotte citazioni filosofiche a testimonianze di quella categoria, gli infermieri, che durante la pandemia sono stati oggetto di una gratitudine collettiva che non siamo più in grado di provare e che si è dissolta una volta passata l’emergenza.

Alina Lombardo