Sarzana (La Spezia), 13 dicembre 2024 – Il libro della discordia scalda gli animi e ripropone una fetta di storia del Paese ciclicamente al centro del dibattito politico e sociale. A riaprire la polemica è stato Francesco Minutillo che ha partecipato al premio letterario “Città di Sarzana“ presentando il suo libro dal titolo “Anche i fascisti hanno diritti”. L’autore, avvocato di Forlì, è entrato in polemica con l’organizzatrice del concorso Susanna Musetti che ha contestato l’enfasi con la quale l’autore ha accompagnato il riconoscimento sulla proprio profilo online sottolineando come il libro sia stato presentato sotto la medaglia d’argento alla Resistenza del Golfalone di Sarzana in sala consiliare.
Dura reazione da parte del Partito Comunista ma anche del consiglieri di maggioranza Francesco Sergiampietri di Forza Italia. “Un fatto irriverente per la città – ha scritto il consigliere – medaglia d’argento nella lotta antifascista. Ma ancor più grave è la dedica del premio che l’autore del libro ha voluto rivolgere ai martiri fascisti uccisi durante i Fatti di Sarzana del 21 luglio 1921, con un atteggiamento volutamente provocatorio e offensivo nei confronti della nostra città. Forza Italia, da sempre partito antifascista, stigmatizza la decisione della giuria e chiede agli organizzatori del premio di ritirare il riconoscimento”.
Altrettanto duro l’intervento del Partito Comunista. “Un oltraggio alla Resistenza, ancor più grave perchè coinvolta direttamente la giunta comunale. La stessa che si è fermamente opposta al dedicare una via di Sarzana a Paolino Ranieri, eroe della Liberazione, ma invece complice di un riconoscimento a Francesco Minutillo, avvocato dichiaratamente fascista. Chiediamo alla giunta e alla sindaca, Cristina Ponzanelli, la revoca immediata e pubblica del riconoscimento nel rispetto di Sarzana, dei sarzanesi e della nostra Costituzione”.
Intanto un gruppo di residenti della Serra ha commentato con stupore la decisione di resturare una scritta su una facciata di un condomio nella frazione del Comune di Lerici. “La scritta in questione non appartiene a un edificio di particolare pregio artistico e nemmeno a un edificio pubblico di particolare interesse architettonico, per cui la prescrizione di un restauro conservativo da parte della Commissione ci sembra eccessiva”. la sezione Anpi Lerici ha appoggiato la richiesta dei cittadini. “La scrittura su muri di frasi celebrative appartiene alla metodologia propagandistica del regime fascista, che diventa totalitario anche nelle forme di comunicazione, usando ogni spazio a disposizione per parlare al popolo, al di là dei mezzi di comunicazione ufficiali.Se deve esservi una restituzione, che noi non riteniamo opportuna, sia essa accompagnata da un apparato didascalico che permetta a chi la legge, di collocarla nella giusta prospettiva storica”.
Massimo Merluzzi