Ha registrato ampia partecipazione il convegno organizzato dal Museo Diocesano di Sarzana nella ex cappella dell’Ospedale San Bartolomeo sulle “Antiche memorie di assistenza e sanità”. Il team impegnato nel progetto, coordinato da Barbara Sisti e finanziato dal Comune di Sarzana, ha illustrato le acquisizioni raggiunte ad oggi. L’archivista Paola Cervia ha tratteggiato un excursus storico degli enti di assistenza che – dal Medioevo – si sono avvicendati a Sarzana (o hanno convissuto fra loro) per confluire infine nel vecchio primo Ospedale San Bartolomeo (situato nell’odierna piazza Garibaldi), insieme ai loro archivi ricchi di informazioni anche sulle vicende civili e religiose della città e sulle sue chiese storiche: gli archivi dell’Opera di Santa Maria, Sant’Andrea e San Lazzaro, della Commissione degli Ospizi, della Congregazione di Carità, del Monte di Pietà e delle diverse confraternite operanti per secoli in città.
L’altra archivista, Francesca Pisani, ha descritto il complesso dei documenti che costituiscono il fondo archivistico del Comune di Sarzana in cui tutti sono confluiti, le modalità di catalogazione e di inventariazione e soprattutto le tecnologie che consentiranno, in futuro, la consultazione digitale di quel prezioso ‘superfondo’ archivistico. Gli studiosi Andrea Moruzzo e Filippo Balleri del Museo Diocesano di Sarzana hanno illustrato poi i criteri che hanno ispirato la ricerca storica relativa a quei documenti (la registrazione delle informazioni e la loro ‘restituzione’ al pubblico mediante strategie mirate di valorizzazione e di divulgazione) per poi soffermarsi in particolare sulla storia e sulle vestigia dell’ ‘ospitale’ di San Lazzaro ancora presenti nell’omonima frazione sarzanese. Infine la restauratrice Stella Sanguinetti ha ripercorso il suo meticoloso lavoro per la conservazione ed il restauro di quelle secolari e vulnerabili carte storiche, illustrando le tecniche per la loro salvaguardia e rilegatura. Presente al convegno il dottor Luca Colotto, direttore medico del nuovo Ospedale San Bartolomeo, erede ultimo della secolare tradizione ospedaliera cittadina.