
Mohammed Cherkaoui
Sarzana (La Spezia), 31 gennaio 2021 - Un mistero lungo 12 anni, sul quale ancora si indaga. Ma intanto è stata aperta la procedura per la dichiarazione di morte presunta di Mohammed Cherkaoui, l’operaio marocchino scomparso nel 2009 all’età di 50 anni. Ad avviare l’iter è stata la moglie, Zobida Sedki , assistita dall’avvocato Massimo Lombardi. Non una rinuncia alla ricerca della verità ma una procedura per semplificare la vita ai congiunti, dal punto di vista burocratico. Si tratta di un iter molto complesso che prevede la pubblicazione di avvisi su testate giornalistiche a livello nazionale e sulla gazzetta ufficiale: se entro sei mesi nessuno si farà avanti per dare notizie dell’uomo, diventerà esecutivo il provvedimento che potrebbe dare alla famiglia un minimo di ristoro, anche sotto il profilo pensionistico, per quella perdita.
Nel frattempo però l’ indagine sulla misteriosa scomparsa dell’operaio è sempre aperta. Era stata avviata dal pm Luca Monteverde poi trasferito a Genova. Nel 2019 il caso è stato riaperto dalla pm Elisa Loris che ha effettuato una serie di accertamenti sui quali però viene mantenuto il più stretto riserbo. Nel 2013 era stato raggiunto da un avviso di garanzia dove si ipotizzava l’accusa di omicidio volontario per la morte di Cherkaoui una persona nota: Pierluigi Destri, in seguito condannato per il sequestro dell’imprenditore Andrea Calevo.
Una storia incredibile quella di Mohammed Cherkaoui, che oggi avrebbe 62 anni e che per vent’anni, dopo l’arrivo dal Marocco, aveva vissuto in via 8 Marzo a Sarzana con la moglie Zobida e i due figli. Una famiglia integrata, rispettata e stimata. Lui veniva descritto come un uomo tutto casa e lavoro. Il giallo inizia la mattina del 29 settembre del 2009. Sono circa le 4 del mattino quando Cherkaoui esce di casa dicendo alla moglie di avere un appuntamento davanti alla farmacia Accorsi in via Gori: avrebbe dovuto trovare il suo ex datore di lavoro Pierluigi Destri, arrestato 4 anni dopo come ideatore del sequestro di Andrea Calevo. Lo stesso Destri confermerà l’appuntamento ma le versioni non coincidono. L’operaio aveva detto alla moglie che avrebbe dovuto ricevere 9 mila euro tra stipendi arretrati e liquidazione. Destri invece sostenne di essere andato all’appuntamento per fare un favore a Cherkaoui che gli aveva chiesto di accompagnarlo alla stazione della Spezia.
Da quel momento le tracce dell’operaio si sono perse. Nessuno l’ha visto. Il suo cellulare era rimasto accesso fino al giorno successivo, la moglie aveva provato a chiamarlo ripetutamente, invano. Al ’giallo’ si aggiunge un altro particolare inquietante: un mese dopo attorno alle 11,30 del 28 ottobre, la moglie Zobida trovò un biglietto sotto la cassetta della posta con scritto “E’ finita tuo marito è...”. La donna denunciò l’accaduto al commissariato di Sarzana.
Il caso Cherkaoui è riesploso dopo il rapimento Calevo, liberato il 31 dicembre del 2012 nella villetta di via Del Corso di proprietà di Pierluigi Destri, arrestato e condannato quale ideatore del sequestro. Il 18 aprile l 2013 gli agenti della squadra mobile della Spezia attraverso una ditta di operai avevano controllato un campo nella vicinanze della casa prigione e il giardino della villa Destri, alla ricerca di tracce di Cherkaoui, Per questo probabilmente a Destri era stato notificato l’avviso di garanzia; gli investigatori sospettavano che in quella zona fosse nascosto il corpo del muratore. Ma non venne trovato nulla. Il caso Cherkaoui del quale si erano ripetutamente occupati ’Chi l’ha Visto?’ ’La vita in diretta’ e altre trasmissioni televisive finì nel silenzio fino al 2019 quando sono state riaperte le indagini che ora stanno proseguendo.