Sono tre le strutture cimiteriali comunali presenti sul territorio lericino, a Lerici (Narbostro), San Terenzo e Tellaro. Su tutte e tre le aree sono in corso interventi di manutenzione straordinaria riguardanti alcuni fenomeni di infiltrazione nelle strutture di San Terenzo e Narbostro che hanno consistito nell’impermeabilizzazione e messa insicurezza di alcuni marmi che a causa delle infiltrazioni si staccavano e dove è stato necessario posare una nuove condotte dell’acqua; mentre nel cimitero di Tellaro è stata completata la ristrutturazione dell’edificio che ospita la camera mortuaria di cui sono stati restaurati tetto, facciata e gronde per un importo complessivo sulle tre aree, di 90mila euro circa che hanno compreso anche le potature sui tigli del viale principale di Narbostro e la sistemazione del verde su tutte e tre le zone.
"Questi sono inteventi che vengono fatti nell’ottica di salvaguardia il nostro patrimonio e quelle strutture in cui negli ultimi anni sono stati fatti anche altri importanti interventi per la ristrutturazione dei manti di copertura e dei sistemi di raccolta delle acque piovane che provocavano parecchi danni – spiega Marco Russo, assessore ai lavori pubblici –. L’obiettivo è quello di fare ulteriori investimenti per la riqualificazione dell’ossario di San Terenzo, del portale di ingresso al cimitero Tellaro e della facciata di Narbostro per i quali l’ufficio tecnico sta elaborando soluzioni progettuali per trovare nel prossimo bilancio le somme necessarie per procedere". L’ufficio cimiteriale ha portato avanti nel corso degli ultimi anni anche un importante lavoro di catalogazione e digitalizzazione che ha consentito una migliore gestione delle concessioni oggi aggiornate all’attualità. Questo ha avuto come obiettivo, oltre che la creazione di un archivio digitale delle sepolture, anche quello di razionalizzare fortemente lo spazio cimiteriale permettendo di evitare ulteriori ampliamenti.
"Gli uffici stanno svolgendo un lavoro importantissimo e prezioso che ha anche permesso di riportare alla luce storie della nostra comunità che rischiavano di andare perdute per sempre come per esempio la sposa inglese Mabel Rose, o il carabiniere Giovanni Gardella ucciso violentemente nei giorni del biennio rosso a Solaro nel 1920. Storie popolari che meritano di essere ricordate" conclude Marco Russo.