Luni (La Spezia), 1 febbraio 2025 – Oltre duecento pezzi distribuiti su una superficie espositiva di seicento metri quadri, cinque volte quella della vecchia sede. Sono solo alcune delle caratteristiche del nuovo Museo Archeologico di Luni che, dopo anni di lavori, sta per aprire le porte nel settecentesco casale Benettini Gropallo. Conclusi gli interventi di adeguamento sismico, messa in sicurezza degli impianti, ristrutturazione e distribuzione degli arredi, inizia dunque la fase conclusiva, quella di allestimento, progettata e curata dallo studio Tortelli e Frassoni di Brescia.
A quando l’inaugurazione?
“La data va concordata con il Comune e la Direzione regionale Musei della Liguria – dice Antonella Traverso, direttrice del museo – ma posso dire che sarà tra il 20 e il 30 maggio”.
Con qualche anno di ritardo, si conclude così un percorso scandito da rallentamenti e battute d’arresto.
“I lavori di risistemazione del casale sono partiti nel 2019. Quasi subito ci fu lo stop della pandemia da Covid. Poi, nell’agosto 2022, un nuovo rallentamento dovuto alla tromba d’aria che arrecò danni ingentissimi all’area archeologica e scoperchiò parte del tetto rendendo necessario e urgente il suo ripristino. Inoltre, l’adeguamento sismico ha richiesto un monitoraggio durato un intero anno, perché i muri avevano delle fenditure che facevano pensare a una criticità strutturale, fortunatamente non confermata”.
Ora però ci siamo. Con molte novità, oltre al notevole aumento dei reperti e della superficie espositiva.
“L’intento è quello di accogliere non solo l’età romana di Luni ma abbracciare una fase di circa ottocento anni, dal crollo dell’Impero romano d’occidente, alla fine del V secolo, all’abbandono di Luni nel 1204. È un periodo che non era mai stato oggetto di esposizione e che invece è testimoniato da una grande quantità di reperti che nel vecchio museo non trovavano spazio. Inoltre, nel percorso museale inseriremo alcuni frammenti di colonne, capitelli ionici e mosaici, per esempio quello raffigurante il titano Oceano, presi dall’area archeologica che rischiavano di essere danneggiati dagli agenti atmosferici ed erano poco visibili perché coperti da teli o tettoie. E poi ci sarà tutta la parte dell’alto medio evo”.
Rinnovato anche il percorso espositivo che si svilupperà su due livelli. Il piano terra ripercorrerà le fortune del marmo e il rapporto speciale che creò tra Luni e Roma.
“Sarà dedicato alla scultura, la statuaria, l’architettura monumentale che a Luni si modifica nel tempo proprio per questo forte legame con Roma e con gli imperatori che avevano bisogno del marmo di Luni, molto più vicino e quindi più economico di quello della Grecia o della Turchia, per abbellire Roma e farla apparire, agli occhi di tutta la popolazione del Mediterraneo, come città in grado di rivaleggiare con le grandi capitali ellenistiche come Priene, Pergamo o Alessandria”.
Il primo piano del nuovo museo, invece, seguirà un ordinamento cronologico.
“Partirà dai momenti che precedono la fondazione della colonia romana perché ci sono degli insediamenti precedenti che vanno dalla preistoria alla protostoria – conclude la direttrice del Museo archeologico –. Quindi, un ordinamento che va dalla fase pre Luna, alla fase della fondazione della colonia, fino a tutta la fase repubblicana della colonia e poi al boom della fase imperiale e del rapporto con Roma. Ma non si ferma lì. Perché Luni fino a tutto il VII secolo ebbe, con fasi alterne, una storia di prosperità. Non dimentichiamo poi che da città imperiale si trasformò, sotto la dominazione bizantina, in capitale della Provincia Marittima Italorum nel medio evo”.