REDAZIONE SARZANA

Due giovani in galera da innocenti. Quel delitto che sembra romanzo ma fu realtà

Alberto Incoronato ha ricostruito con minuzia la cronaca dell’omicidio commesso un secolo fa

Alberto Incoronato con il volume che racconta un delitto di cento anni fa

Alberto Incoronato con il volume che racconta un delitto di cento anni fa

Arcola, 15 febbraio 2025 – Se fosse capitato ora le telecamere di Quarto Grado sarebbero concentrate tra Romito, Trebiano, Arcola, intervisterebbero eventuali testimoni, e raccoglierebbero informazioni sulla vita dei due giovani incriminati.

Emergerebbero gli stessi dubbi come avvenne allora, quando i cold case ancora non attiravano l’opinione pubblica. Al centro del libro di Alberto Incoronato, informatico con la passione per la storia, che sarà presentato il 26 alle 15,30 nella sala punto d’incontro Coop in via Saffi a Spezia, l’omicidio d’onore che sconvolse la vita di Romito, ma che si chiuse in fretta, con due giovani, Costantino Beccari detto Dario di Trebiano e Pasquale Bassano detto Gigeto di Romito, in galera e gli assassini fuori.

Una storia sapientemente raccontata da Incoronato, che non è al suo primo libro, pagine fatte di immagini e di racconti minuziosi, di carte scartabellate negli archivi, per arrivare al punto: “La storia di un omicidio – spiega – dove gli assassini rimasero impuniti e dove le forze dell’ordine, la magistratura, gli enti pubblici si lasciarono corrompere e si vendettero ad una locale organizzazione di stile camorristico”.

La vittima un giovincello di paese, il classico sciupa femmine, Cesare Passalacqua, non perdeva occasione per vantarsi delle sue conquiste. Una gli fu fatale. Erano i primi decenni del Novecento, quando per divertirsi si andava nelle balere.

Allora era difficile l’approccio, e il ballo rendeva tutto meno complicato. Il tombeur de femme era un habituè, uno di quelli che non perdeva tempo, forte dei suoi anni, 19, con un solo pensiero in testa.

E le ragazze, alcune ci cascavano, una però deve essere stata ambita da altri, il giovane Cesare ha pagato con la vita. Del suo delitto, avvenuto sotto forma di agguato nella stradina che conduce a Trebiano vennero incolpati i due giovani che passarono più di un decennio in galera, dichiarandosi sempre innocenti.

“Evidentemente lo erano – spiega Incoronato – i veri colpevoli vennero visti, proprio quella sera, inerpicarsi, in quattro in quella stradina. Prima andare e poi tornare. Fu ucciso a coltellate, due lame differenti”.

Ci fu anche la gente buona e, buoni tra i buoni, chi testardamente fu vicino ai reclusi e alle loro famiglie sensibilizzando incessantemente l’opinione pubblica e chi, come era suo costume, non si tirò indietro di fronte ad una richiesta di aiuto, e attraverso molte avversità, riuscì a far liberare due innocenti.

Primo fra questi Pasquale Binazzi, allora anarchico direttore del “Libertario” che ne parlò molto, proponendo le prove dell’innocenza dei due giovani. Dopo tredici anni di carcere non ci fu la revisione del processo, i due vennero graziati.

Una strada più breve per togliere dalla prigione due innocenti, senza rifare il processo che avrebbe acceso i riflettori su altre persone. Incoronato si è appassionato a questa storia che ne ha fatto un libro, “Sull’omicidio in persona di Passalacqua Cesare“ come molte altre storie di Sarzana, Arcola, di cui ricerca documenti negli archivi, passando molto del suo tempo alla scoperta della verità: “Quello che scrivo sembra un romanzo – spiega – ma non lo è, è realtà, vita vera”.

Cristina Guala